Quella casa nel bosco
A giudicarlo dal titolo o dalla sinossi, Quella casa nel bosco potrebbe apparire come il più classico dei cliché dei film horror. Un gruppo di persone, rinchiuse in una casa, che a poco a poco vengono assassinate.
Eppure è sufficiente dare un’occhiata alla locandina per sospettare che forse, il film di Drew Goddard, scritto a quattro mani con Josh Whedon, ha messo in pentola qualcosa di più. E se questi nomi non vi sono nuovi , date una sbirciata alla lista delle loro sceneggiature su Wikipedia.
Quella casa nel bosco riesce ad unire l’horror (a onor del vero mai troppo orrorifico, a parte un paio di jump screen) a un umorismo decisamente straniante.
I destini dei giovani sembrano infatti manipolati da un gruppo di stravaganti “scienziati”, che li osservano con delle telecamere. Ma con quale scopo?
È questo l’interrogativo che ci fa brancolare nel buio e ci sospinge fino alla parte finale, che è un’assoluta assurda e divertentissima degenerazione. Quella casa nel bosco da un certo punto in poi svolta improvvisamente e si allontana dal genere, rivelando la propria originalità, un’idea divertente e la sua natura parodistica.