shark 2 l'abisso film recensione
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Shark 2 – L’abisso

Dopo il successo di Shark – Il primo squalo (la bellezza di 530 milioni di dollari al box office), il sequel era quasi inevitabile, come uno squalo che sente l’odore dei soldi e ha già l’acquolina in bocca. Ecco allora Shark 2 – L’abisso, in cui i nostri eroi sposano le cause ambientaliste, si prendono cura di un cucciolo di megalodonte e imparano a fare gli zii della piccola orfana Meiying.

Ehi ma dove sono gli squali giganti assassini?

In Shark 2 – L’abisso dopo un preambolo tipico degli action movie, con la parte finale di una missione precedente, Jonas Taylor e gli altri membri del team si avventurano in una esplorazione subacquea che assume i contorni del survival movie. A seguire, una bella sparatoria su una piattaforma marittima come da tradizione.

Ehi ma dove sono gli squali giganti assassini?

Ci sono, ci sono, ma scatenano tutta la loro fame atavica solo nell’ultima mezz’ora quando il film si lascia andare al suo lato trash, che credo sia proprio quello che gli spettatori si aspettano da questo genere di b-movie. Ecco allora che Jason Statham inizia a duellare con i megalodonti su una moto d’acqua. A mani nude, armato solo di lance esplosive.

Il film ha quindi rispettato le aspettative? In parte. Si tratta quindi di un bel film? No. Ha guadagnato bene? Sì, 395 milioni di dollari.