Una settimana da Dio
Se fossimo Dio e avessimo tutti i suoi poteri, cosa faremmo? È questo il grande se da cui prende spunto Una settimana da Dio, sviluppando in maniera comica, spiritosa e demenziale i presupposti e il potenziale di questa idea. 9 anni dopo Ace Ventura Tom Shadyac e Jim Carrey tornano a lavorare insieme, in una nuova sregolata e spassosa commedia.
Il risultato è una serie di gag assolutamente riuscite, dall’inizio alla fine del film, in cui Jim Carrey è l’interprete perfetto e la faccia ideale.
Gli intenti egoistici hanno la precedenza e anche quando Bruce Nolan tenta di fare del bene agli altri, le conseguenze delle sue azioni non sono mai elementari e finite.
Impossibile quindi non simpatizzare e immedesimarsi nel protagonista, uno scontento e frustrato giornalista che vorrebbe risolvere i suoi molteplici problemi, da quelli domestici a quelli lavorativi, coronando i suoi sogni. Come ognuno di noi! E poi tutti noi abbiamo immaginato almeno una volta di essere onnipotenti, poter fare qualsiasi cosa, ci siamo chiesti com’è sentirsi un Dio. Poter ad esempio fermare il tempo o ingrossare le tette della nostra ragazza.
Quest’ultimo scoprirà però che non è poi così facile essere Dio.
Più volte emulato in futuro, Una settimana da Dio offre risate assicurate e trovate memorabili, entrate nella memoria collettiva, oltre a una piccola morale, giusta e lieve, che non inficia il carattere leggero e goliardico di un film dal carattere unico.
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