unbroken film recensione angelina jolie
2014,  Diventare eroi,  Ispirarsi,  Riflettere,  Tendere i nervi

Unbroken

Con Unbroken Angelina Jolie racconta la vera storia di Louis Zamperini, mezzofondista olimpionico la cui passione per lo sport è stata ostacolata dalla Seconda Guerra Mondiale, che l’ha costretto a sopportare ben più dello sforzo fisico della corsa sulla pista d’atletica.

La fatica del protagonista è anche la nostra a sopportare la visione da un certo punto in poi. Troppe emozioni? Scene cruente? No.

Se nella prima parte il montaggio alternato tra la storia sportiva di Louis e la guerra ben ci intrattiene, a seguire lo sport sparisce e assistiamo a una serie terribile di dolori e soprusi che il protagonista subisce, dai quali non emerge un messaggio forte e chiaro (è semplicemente tenere duro?!).

Il modo in cui ci viene raccontata una storia che già di per sé è straordinaria, ci toglie la possibilità di immedesimarci e palpitare per le sorti del protagonista, lasciando spazio via via alla noia e alla stanchezza.

Tutto è giocato sulla sopportazione di Louis, messa continuamente alla prova. Ma non basta. Traspare infine un certo patriottismo e una visione manichea. I giapponesi sono infatti tutti (davvero tutti!) crudeli e spietati, senza sfumature. Non credo sia quello che voleva dirci la Jolie, ma ciò è sintomo di qualcosa che non è riuscito appieno.

Non sappiamo poi le sorti di un personaggio a cui ci eravamo affezionati e il finale di Unbroken, pardon, i titoli di coda con le vere immagini, hanno un potenziale drammatico e narrativo superiore a diversi tratti del film stesso.

Spoiler.

Per dire una cosa su tutte: Zamperini scopre la religiosità e torna in Giappone per perdonare i suoi aguzzini. Il più crudele di tutti si rifiuta di riceverlo. A 80 anni, corre simbolicamnete alle Olimpiadi. In Giappone.