Alice in Wonderland
Alice in Wonderland, è la seconda volta che ci ritorna, anche se non se lo ricorda. E questa volta lo fa da adolescente e alla mano di Tim Burton.
Una mano, la sua, che tratteggia un mondo, quello delle meraviglie, visionario e onirico, come ci si può aspettare affidando a lui la matita registica. La favola trattiene in sé i capisaldi della sua struttura, e della narrazione che ricordiamo soprattutto nel classico Disney, ma viene arricchita, inspessita, rivitalizzata, rendendola così, in qualche modo, un’altra favola.
Memorabile è la Regina Rossa, calzante a pennello l’interpretazione di Johnny Depp come Cappellaio Matto, così come ha un fascino che crea quasi disagio, l’altra regina, una bravissima Anne Hathaway. E poi ci sono i neologismi di Lewis Carroll, lo straparlare di alcuni personaggi, ottimamente tradotto, e alcune buone frasi-slogan.
Probabilmente non era invece necessario il 3D.