Alita – Angelo della battaglia
Dall’uscita del manga omonimo, a quando nel 2000 James Cameron decise di farne un film, sono passati molti anni in cui Alita – Angelo della battaglia è stato più e più volte rimandato, fino a che l’ideatore di Avatar ha ceduto la regia a Robert Rodriguez e il film è stato finalmente fatto.
Nell’anno 2563 ingegneria e medicina sono fuse a tal punto che la maggior parte dei terrestri possiede componenti robotiche. In questo scenario, Alita è una cyborg senza memoria, trovata e ricostruita dal Dr. Ido Dyson, cresciuta come un figlia.
La perdita d’identità della protagonista ci permette di guardare con i suoi stessi occhi affascinati le meraviglie tecnologiche, l’ultima città sospesa rimasta e il Motorball, sport violento ed esaltante. Lo scenario è futurista e il film regala un paio di momenti memorabili, come la scena nel pub dei cacciatori di taglie.
Le sorti di Alita e il suo acquisire via via sicurezza ci coinvolge, così come le scene d’azione sono avvincenti e visivamente spettacolari.
Nonostante ciò, Alita – Angelo della battaglia non ha avuto l’impatto sperato. Ce lo spieghiamo in due modi: lo script e il tempismo. Se fosse uscito prima il film avrebbe senz’altro avuto tutt’altro effetto sul pubblico e la storia a tratti manca di profondità, così come gli intenti del villain di turno non sono perfettamente enunciati.
Detto ciò, Alita è senz’altro un film da vedere e gustare.