American psycho
Patrick Bateman è un american psycho che rimanda, ma non ricorda, al Norman Bates di Psycho, il quale seppure ami intrattenersi con la musica Whitney Houston o Phil Collins è il 21st century schizoid man di King Crimson.
A interpretarlo è il bravissimo Christian Bale.
Tratto dal romanzo di Bret Easton Ellis il film è di quelli atipici, da giudicare senza fretta ed eccessi.
Alcune scene creano tensione, annunciandoci le intenzioni del protagonista, e il film riesce a essere senza dubbio disturbante. Traspare chiaramente il tema del doppio: la maschera di bellezza, i tanti vice presidenti così simili, le due donne, la doppia vita. La doppia percezione, realtà e immaginazione. La trama tuttavia è debole, il protagonista non ha un obiettivo (se non appagare i suoi sensi) e non è accattivante, tanto meno immedesimante nella sua costruzione e nelle azioni.
Lo humour è nero, nerissimo. La critica alla società a tratti evidente.
Il problema è che alla fine non restiamo sorpresi o allibiti, bensì semplicemente estraniati e dubbiosi. Ma se volete solo sapere il significato del finale… (SPOILER!). A quanto pare la mente di Patrick ha immaginato tutto.