Amici miei – Atto II
7 anni dopo, i cinque amici fiorentini sono ancora a piede libero, più in forma che mai tra zingarate, burle e sempre più supercazzole.
Mario Monicelli firma un secondo film che riprende gli stilemi del primo, la sua verve e la struttura. Con l’espediente del racconto diegetico, il regista riesuma anche il Perozzi, affinché i cinque siano nuovamente riuniti e al massimo della loro capacità scherzosa. Proprio riguardo agli scherzi, si nota una maggiore cattiveria, una presa in giro che non risparmia niente e nessuno, né la religione né la morte, riuscendo comunque a restare travolgente e divertente. Ad assottigliarsi è invece quella malinconia sottesa, sempre percepibile nel primo film, che qui sfocia in un finale inaspettato, sia narrativamente sia per il suo essere una ricalcatura del precedente atto, perdendone dunque in potenza drammatica.
Si può notare infine, in Amici miei – Atto II, qualche (perdonabile e necessaria) incongruenza cronologica e una maggiore episodicità rispetto al suo capostipite.
Il primo film è un piccolo capolavoro, il secondo un gran bel film.
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