Atomica bionda
Colori fluorescenti, luci al neon e atmosfere soffuse nella Berlino della Guerra Fredda, a ridosso della caduta del muro. Suoni e musiche, alternativamente ovattati o martellanti, accompagnano ralenty e sequenze di combattimento in stile arti marziali. Ecco lo stile di Atomica bionda di David Leitch, già regista di John Wick, tratto da una graphic novel.
Charlize Theron è una spia inviata in Germania alla ricerca di un traditore doppiogiochista, femme fatale omosessuale, magnetica, spietata e implacabile, attenta a colpire mortalmente con il suo tacco tanto quanto a celare i suoi buoni sentimenti.
Il film è interessante e intrigante, ma difetta purtroppo in un aspetto fondamentale: la sceneggiatura. Il gioco di spionaggio e di fiducia tra gli agenti di Russia, Germania e Inghilterra è molto articolato e i pezzi del puzzle sembrano non incastrarsi nel modo più comprensibile e godibile, così come i (presunti) colpi di scena nel finale diventano un po’ troppi e sprecano un buon potenziale.