Dogtooth
Dogtooth è un film del regista greco Yorgos Lanthimos, terzo cronologicamente, ma il primo a ottenere un’attenzione internazionale. Candidato per l’Oscar al miglior film in lingua straniera nel 2011 e vincitore del premio Un Certain Regard al 62º Festival di Cannes, questo film racconta la storia di una famiglia anomala, che vive in isolamento sotto le ferree regole del pater familias.
Dall’iniziale spaesamento di fronte all’insolito comportamento dei componenti di questa famiglia, si procede in una escalation di stranezze, che rivelano l’instabilità psicologica dei protagonisti. Abbaiano come cani per scacciare i gatti, che credono essere feroci creature. Non possono valicare i confini domestici per timore di essi. I figli vivono nella censura più totale a opera del padre e gareggiano in una serie di bislacche competizioni per vincere degli adesivi.
Qualcuno ci ha visto e ci può vedere un’analogia, e quindi una critica, verso una società che utilizza la repressione e l’ignoranza per avere il controllo. O il film si può spiegare come una critica verso l’eccessivo zelo dei genitori nel proteggere i figli, portandoli al loro male. Un fantomatico quarto figlio, che vivrebbe fuori dalla staccionata di casa, potrebbe spingerci a pensare a una reazione dovuta a un lutto.
Tuttavia si tratta di letture non immediate e Dogtooth è un film così lontano dall’idea di cinema come intrattenimento o di cinema come creatore di storie e di emozioni, che è davvero difficile affezionarsi a questo film e scrollarsi di dosso, al termine della visione, la sensazione d’aver perduto un’ora e mezza.