
Fratello, dove sei?
Fratello, dove sei? dei fratelli Coen è un film particolare, a partire dal titolo, che è una citazione cinefila. Venuto dopo Fargo e Il grande Lebowski (scusate se è poco), questo è senz’altro un titolo minore della loro filmografia anche se resto convinto che “film brutti” i due fratelli non sono in grado di farli.
Liberamente ispirato all’Odissea, Fratello, dove sei? racconta la fuga di tre galeotti verso casa di uno di essi, intenzionato a impedire alla moglie le seconde nozze.
Gli interventi musicali sono di assoluto spessore e l’album con la colonna sonora ha addirittura vinto il Grammy come migliore dell’anno, mentre una fotografia tendente al seppia e un ritocco digitale (il primo nella storia del cinema), rendono l’immagine del film piuttosto inconsueta e straniante.
La storia è affettivamente una sorta di lungo e folle vagabondare, ricco di situazioni paradossali e, a eccezione di qualche spunto, privo del consueto acume e incisività proprio dello stile dei Coen. I personaggi stessi sembrano soprattutto stupidi ed è difficile l’empatia, tanto quanto provare per loro una simpatia.

