gli uccelli
1963,  Spaventarsi,  Tendere i nervi

Gli uccelli

Con Gli uccelli, Hitchock realizza un film artigianale, di maestria registica, ricco di tecnicismi, effetti speciali, stratagemmi ed espedienti, dagli uccelli veri a quelli finti, dagli spaventi veri a quelli veri.

Subendo al giorno d’oggi un’overdose di effetti computerizzati e di raccapricci, Gli uccelli non suscita in noi lo stesso terrore di cui poteva farsi artefice nel 1963. Resta comunque un film in grado di dare una beccata dolorosa e indimenticabile alla storia del cinema, per tecnica e originalità.

È un antenato dei film catastrofici, così di moda recentemente, proprio di alcuni futuri temi ricorrenti, come il matto predicatore e la radio che annuncia al protagonista una crisi capillare, fino al finale pregevole e memorabile, perché insoluto, alternativo, senza spiegazioni e senza la classica dicitura “fine”.

La tensione, e l’arte di Hitchcok nel crearla, è tuttavia minore rispetto ad altri grandi classici. La scena che la genera maggiormente è quella d’innanzi alla scuola, con gli uccelli che si posano alle spalle della protagonista, poco per volta. Dobbiamo inoltre aspettare un poco, forse troppo, per il primo attacco, dopo ben 50 minuti.

Va segnalato infine, l’uso originale del sonoro, che rinuncia alla musica, in favore del battito d’ali.

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