il caso paradine film recensione
1947,  Legge

Il caso Paradine

Uscito l’anno seguente di Notorious – L’amante perduta, Il caso Paradine è un dramma giudiziario di Alfred Hitchcock con protagonista Gregory Peck. Anthony Keane è un celebre avvocato che accetta il caso di una nobildonna, accusata d’aver avvelenato il marito. Nonostante il felice matrimonio, Anthony subisce il fascino della sua enigmatica cliente, la signora Paradine.

Il film fu accolto con riserve dai critici dell’epoca e lo stesso Hitch (che comunque fu spesso critico con sé stesso) non ne fu pianamente soddisfatto. La sceneggiatura, tratta dall’omonimo libro, fu infatti vista e rivista da più autori, oltre al regista stesso, e infine stravolta dal produttore David O. Selznick.

Ne deriva una storia che a tratti può apparire affrettata nelle deduzioni, nelle azioni e nelle motivazioni dei protagonisti, soprattutto nella parte centrale. Talvolta c’è inoltre un eccesso di melodramma nei rapporti, che a oggi ci può sembrare eccessivamente pomposo. Anche il triangolo amoroso che viene a crearsi e la gelosia che coinvolge la moglie dell’avvocato è tutta giocata su presunti sentimenti del protagonista, che non fa mai e non riceve mai avance esplicite. Altri tempi insomma.

Nonostante ciò, il modo con cui la moglie gestisce il suo dramma e comprende i conflitti del marito è ancor oggi affascinante e attuale. Hitchcock non manca inoltre di deliziarci con alcuni momenti di ironia e due scene registicamente di grande pregio: il movimento con cui la macchina da presa segue il domestico Latour che entra in tribunale alle spalle dell’imputata e quello seguente, quando esce. Giocato sullo sguardo e sull’assenza di esso, questa scena è davvero emozionante.