Intrigo – Morte di uno scrittore
Tratto dal primo di una serie di romanzi dello scrittore svedese Håkan Nesser, Intrigo – Morte di uno scrittore è un film crime diretto da Daniel Alfredson, regista de La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta della serie Millennium.
La storia è tripartita: a cominciare dal dialogo tra il protagonista David e un altro uomo, torniamo nel passato per seguire due linee narrative. Il rapporto tra David e la moglie, che durante una vacanza decide di lasciarlo improvvisamente per un altro uomo e la traduzione di un manoscritto del famoso scrittore Germund Rein, che sembra nascondere degli indizi su un omicidio.
Il tutto sembra decisamente intrigante, per citare il titolo. Purtroppo però le aspettative vengono presto deluse da snodi narrativi troppo fragili e una voice over, a commento di ogni scena, decisamente ammorbante.
Sin dalle prime scene, di cui merita nota solo lo splendido paesaggio montano, la sceneggiatura evidenzia le sue fragilità. La coppia litiga, lei chiede il divorzio, ma arrivati all’hotel fanno all’amore, salvo poi concludere con un “questa è l’ultima volta”.
Ma anche il plot point che dà il via all’azione è decisamente debole: un colpo di tosse udito alla radio che permette al protagonista di riconoscere la moglie. Il legame stesso tra questa storyline e quella legata al manoscritto non sembra sussistere. Il tutto fino a un colpo di scena finale difficile da giustificare e contestualizzare.
Intrigo – Morte di uno scrittore è quindi un film di cui si intravedono le idee, evidentemente quelle del romanzo, ma che non riesce a svilupparle, né a coinvolgere lo spettatore, né ad avvalersi di interpretazioni all’altezza.
Ma siamo pronti alla smentita, considerato che il film ha avuto ben due sequel, tratti da altrettanti romanzi.