La zona morta
La zona morta è un film di David Cronenberg basato sull’omonimo romanzo di Stephen King. Si tratta di una delle poche storie non ideate dal regista canadese e anche una delle più Hollywoodiane.
Forse per questo motivo è un’opera spesso scrutata di sguincio nella sua filmografia, ma il film è davvero bello.
Il plot: Johnny cade in coma e si risveglia 5 anni dopo con un piccolo potere paranormale. Se tocca le persone può vedere il loro futuro (e ovviamente si tratta sempre di presagi funesti).
La novità e la bellezza del film è che questa dicotomia tra dono e maledizione viene sviluppata in chiave introspettiva. Johnny ne soffre e non vorrebbe utilizzare questa sua capacità, ma gli eventi e le persone lo spingono ad agire. Ma soprattutto la sua è una storia d’amore, perché prima dell’incidente era fidanzato e innamorato perdutamente di una donna.
La sua parabola ha tratti biblici (morte e resurrezione, capacità divine e martirio sono delle analogia facilmente riscontrabili) ma nella seconda parte La zona morta manifesta anche una critica verso la comunicazione politica.
Come concludere? La recensione non lo so. Nel film invece le idee sono ben chiare. Con un meraviglioso finale, puramente epico, come una tragedia greca.