Mio cugino Vincenzo
Due ragazzi si trovano nel posto sbagliato al momento sbagliato. Uno dei due ha rubato una scatoletta di tonno, ma viene accusato d’omicidio. A difenderlo in aula ci pensa suo cugino Vincenzo, incompetente e inesperto, ma anche determinato e loquace. Non è comune trovare un legal movie che associ questo sottogenere alla commedia. Mio cugino Vincenzo lo fa e pure in maniera brillante.
Jonathan Lynn confeziona un film che in larga parte gioca con gli equivoci, i battibecchi e gli atteggiamenti sopra le righe di Vincenzo, lo sguaiato ma carismatico avvocato interpretato da Joe Pesci. Ma anche la fidanzata, una Marisa Tomei addirittura premiata con l’Oscar, è un personaggio chiave, la cui presenza nel film è determinante e divertente.
Ma c’è un caso da risolvere, tutt’altro che banale. La necessità di farlo, sapendo dell’innocenza degli accusati, e le difficoltà di Vincenzo, che tenta di arrangiarsi come può, rendono il film irritante e spiritoso, ma soprattutto coinvolgente, in particolar modo nel finale, quando la situazione si fa spinosa.