2014,  Cinematerapia: una pillola per,  Scaldarsi

Pane e Burlesque

Un film di una donna, sulle donne, (probabilmente) per le donne.

Emanuela Tempesta alla sua prima regia cinematografica costruisce una storia di rivincita femminile, di disparità di sessi, a favore del rosa, mischiando al burlesque una contestualizzazione paesana, irta di pregiudizi, e costellando il film di elementi dialettali svariatamente storpiati.

Il risultato non è brillantissimo e manca del necessario fascino, prendendosi talvolta dei ritmi un po’ troppo blandi. Resta tuttavia un’opera prima (non fallimentare), in attesa di successive.

Resta invece incomprensibile, anche al termine del girato, del perché Pane e Burlesque abbia ottenuto dei finanziamenti come film di interesse culturale. Il tema della disoccupazione viene ad esempio appena accennato, a differenza di Smetto Quando Voglio, brillante esordio di un altro regista italiano, che ne fa uno spunto di riflessione tramite il paradosso.

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