Project Almanac – Benvenuti a ieri
Ovvero, l’amore ai tempi dei viaggi nel tempo.
Perché, quando hai una macchina del tempo a disposizione, la cosa più importante da fare è tornare indietro per limonare.
Con la tecnica del found footage, guardare Project Almanac è come stare in alto mare, è una visione fisica. Continui sono i pretesti, all’interno della narrazione, per rimarcare che si tratta di ripresa a mano, nonostante la poca credibilità di ciò, viste le inquadrature, e l’incredibilità che qualcuno possa filmare tutto.
I viaggi nel tempo invece sono un po’ come la pallina di un flipper, si va di qua, di là, si ritorna lì, a volte cambia qualcosa altre no e non si sa bene perché. Ma il without-sense (e non non-sense) riguarda soprattutto il muoversi dei personaggi (nonostante siano dei geniacci che capiscono tutto, [ma non si ricordano la tavola periodica]), interpretati da attori onestamente scarsetti.
Ad avere la loro macchina, vorrei essere tornato a ieri e aver scelto un altro film, aver rivisto Ritorno al futuro o Butterfly Effect o Looper o aver dato retta al lato romantico con Questione di tempo o…
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