Sabrina
Dolce, leggiadra, il viso scoperto dai capelli corti, gli occhi grandi, densi di stupore, sogni, speranze. Sabrina viaggia per cambiare sé stessa, per conquistare un posto al mondo.
È la figlia di un autista ed è da sempre innamorata perdutamente del ricco uomo per il quale il padre lavora. Sabrina però è tra coloro che in una limousine stanno al di là del vetro. Non certo nei sedili posteriori.
Quella di Billy Wilder è la commedia d’amore di cui il mondo di oggi avrebbe tanto bisogno, di eleganza sublime e ingenua spensieratezza, che concede sorrisi e risate.
Il film, non si sa come e né perché, trasuda magia, dà significato al termine classico e sembra abbracciare le più magniloquenti storie d’amore, ma la sceneggiatura prevede due principi e la Cenerentola si ritrova spaesata, sorpresa e sempre più fragile.
È la deliziosa Audrey Hepburn, dopo il successo di Vacanze romane, a condurre Sabrina nel Pantheon del cinema, a braccetto con i suoi nobili accompagnatori, William Holden ed Humphrey Bogart.