2015

I film usciti nel 2015.

  • point break
    2015,  Avventurarsi,  Il caricatore,  Investigare

    Point break

    Sì ragazzi, un altro remake. Per essere originali ed evitare uno scontato parallelo, proviamo a giudicare Point Break come se fosse un nuovo film, appena uscito al cinema. Un gruppo di pazzi scellerati compie una serie di gesti estremi e mortali, dalle onde mastodontiche dell’oceano su una semplice tavola da surf, a un’arrampicata nelle pareti di roccia a strapiombo del Perù. Perché? Ecco il primo grande problema. Le azioni non sono giustificate a sufficienza e gli ideali filosofici di restituzione alla natura, confessati nel film con estrema serietà, non fanno altro che creare confusione e sembrare via via più deboli. Sì, perché il Point Break della visione arriva molto molto…

  • Mad Max fury road
    2015,  Cinematerapia: una pillola per,  Il caricatore

    Mad Max fury road

    Motori roboanti, pallottole sfrigolanti, candide veneri nel deserto rosso e un manipolo di ribelli dagli sguardi tormentati e determinati. Al Mad Max di Miller sembra non interessare troppo la sceneggiatura o il tema della redenzione citata, ma solo il suo inseguimento: uno spettacolare, scenico, rockeggiante inseguimento. Ed è proprio questo che fa al meglio: azione pura e ritmata, con pochissime soste e dialoghi, duelli in corsa sul filo del rasoio all’insegna dell’estetica e della grandiosità. A permettere ciò è anche, e soprattutto, un montaggio superbo, unito a costumi e scenografie d’impatto, dando vita e storia a un futuro post apocalittico, distonico e originale. Mad Max Fury Road si ritaglia un…

  • No escape
    2015,  Tendere i nervi

    No escape

    Il titolo racchiude esaustivamente il film. No escape gioca nel costruire situazioni senza via d’uscita, veri e propri gironi infernali terribilmente attuali, possibili. L’uomo comune, chiunque di noi, un Owen Wilson perfetto e perfettamente scelto, si trova nella bolgia di un colpo di stato. La tensione è alta costantemente, il film è claustrofobico, senza tregua, anche grazie alla regia di John Erick Dowdle. Non servirebbero spiegazioni, ma (purtroppo) in alcuni frame Pierce Brosnan prova confusamente a darcele. Al di là di questo, qual è il difetto di questo film se non che questi temi potremmo non aver voglia di subirli (anche) al cinema?

  • un testimone in affitto
    2015,  Ridere

    Un testimone in affitto

    È la commedia matrimoniale al maschile, che gode e sfrutta la popolarità del comico Kevin Hart. Cosa succede nel film? Il teen sfigato dei licei americani è arrivato al matrimonio, insperatamente, ma non ha amici da invitare e così cerca un… testimone in affitto. Il film spolvera qualche momento di follia alla Una notte da leoni, ma è una commedia mai volgare, forte di una simpatica idea e di una ben sviluppata storia di amicizia. Un evviva anche al finale…

  • belli di papà
    2015,  Ridere

    Belli di papà

    Tre figli viziati e un padre assente, Diego Abatantuono, si vogliono insegnare qualcosa e provano a insegnarlo anche a noi, ma senza un eccesso di stantia morale padri-figli, bensì restando sempre aggrappati alla commedia. Il film a medio budget, remake della commedia messicana Nosotros los nobles, è simpatico e gode di buone e divertenti battute, che ci distraggono da una regia talvolta affannosa e dalla recitazione di alcuni non professionisti, come Facchinetti, il cui personaggio cafone e antipatico lo sorregge. Belli di papà riesce così a discostarsi positivamente dal gregge delle commedie italiane.

  • sballati per le feste
    2015,  Ridere

    Sballati per le feste

    Quel live tuo candor, co – ca, discende lieto nel mio naso… Sì, è proprio ciò che pensate, perché Sballati per le feste è una notte da leoni natalizia, dove droga e alcol si sostituiscono a ghirlande e panettoni, in compagnia di un fattone del Natale presente, passato e futuro. Il film è la (purtroppo) tipica comicità volgare americana (esatto, il vomito non manca) che si rivolge a una fascia d’età intermedia di pubblico, post adolescenziale e “pre matura”, andando a stimolare un insito bisogno di trasgressione, dove la dissacrazione del Natale è solo un pretesto, un’ambientazione. Si procede come già immaginate fino al finale, che potreste prevedere facilmente anche…

  • Il sapore del successo
    2015

    Il sapore del successo

    È la recente moda dello spettacolo culinario televisivo la padella in cui frigge il sapore del successo, di cui vi propongo la ricetta: Un burroso bianco quale sfondo a cucine vivaci, il cui protagonista è un pregiato Bradley Cooper, fortemente speziato, nella cottura di uno chef presuntuoso, travagliato e iroso, alla talent show. L’impiattamento è privo d’ironia, il cucinare è un’ossessione, è perfezionismo, mezzo per affievolire il mal de vivre di un uomo in cerca del riconoscimento del suo talento e non un vero personaggio del film, un modo di esprimere o esprimersi. Troppo lontani dalla portata principale sono i contorni, ovvero il personaggio di Sienna Miller, di Riccardo Scamarcio e…

  • Mr. Right
    2015,  Il caricatore

    Mr. Right

    È difficile, estremamente difficile, realizzare un film dove azione, killer e morte vengono tenuti insieme dal filo insolito dell’umorismo. Difficile come afferrare un coltello al volo senza tagliarsi. Mr. Right prova a fare proprio questo, creando come fulcro della storia un’insolita relazione d’amore alla Mr. e Mrs. Smith e lo fa senza timore di esagerare, mostrando la violenza e dando al suo protagonista una parvenza da eroe da fumetto. Mr. Right quel coltello lo afferra… tagliandosi un po’. Gli spunti sono buoni, lo sviluppo del concept un po’ meno. Se riuscite a sopravvivere al pensiero iniziale di star guardando una gran cazzata (cosa non del tutto sbagliata), il film ingrana successivamente…

  • game therapy
    2015,  Avventurarsi

    Game therapy

    Cinepanettoni, supereroi, insipide commedie romantiche, film io-ti-troverò-e-ti-farò-fuori e ora anche youtubers? Game therapy è la ricerca del denaro facile, sfruttando la popolarità online di un gruppo di ragazzi e cercando di portare il loro seguito anche al cinema. Il cinema questa volta sembra però dire di no, infatti il film si è rivelato un grande flop al botteghino. Game therapy non è più brutto di tanti altri film che passano sul grande schermo (se non per i costumi e la recitazione), ciò che va messo in discussione sono invece proprio le logiche dietro la sua produzione. Favij e Federico Clapis entrano all’interno dei videogame più popolari e mirano con la loro storia a…

  • La figlia della sciamana
    2015,  Fantasticare

    La figlia della sciamana

    Il film, tratto da una serie di romanzi, attinge a piene mani dalle rappresentazioni fantasy del recente passato, ce ne accorgiamo anche a colpo d’occhio dalle scenografie e dai costumi. La storia è fortemente incentrata sul potere della protagonista, la figlia della sciamana, che è la cosa più intrigante e magnetica del film, in quanto riesce a vedere le cose di cui si vergognano le persone. Sceneggiatura e snodi narrativi non sorprendono, ma sono più che presumibili, inoltre gli autori non sono riusciti a creare un vero e proprio mondo a tutto tondo, limitandosi a una semplice storia lineare. Nonostante ciò, questa produzione danese tiene il sedere degli amanti del fantasy appiccicato alla…

  • affare fatto
    2015,  Ridere

    Affare fatto

    Neanche il bravo e simpatico Vince Vaughn, assodato fautore di risate, può sopperire alla scarsezza di questa commedia, un affare fatto in cui ci perdete solo voi, non a caso tra i peggiori flop del 2015 anche a livello economico. Non per essere banali, ma il problema principale è lo stesso di un gran numero di queste commedie: non fa ridere. Il viaggio in europa, precisamente in Germania, sembra voler giocare sulle differenze culturali, ma non riesce a cogliere nel segno e a sottolineare il lato umoristico dei tratti distintivi, che sembrano solo stereotipi rappresentati in maniera volgare e stupida. Il personaggio di Dave Franco, infine, è tra i più ridicoli…

  • Danny Collins
    2015,  Riflettere

    La canzone della vita – Danny Collins

    Al Pacino interpreta Danny Collins, rockstar folk che riceve una lettera da John Lennon con 40 anni di ritardo, la quale segna uno spacco nella sua vita e un profondo momento di riflessione. Questa trasposizione cinematografica di una storia vera mette in scena i mondi apparente agli antipodi della sregolata rockstar e della vita familiare, ovvero l’importanza di stare vicino ai propri cari. Accanto a questi due scenari si sovrappongono due sfumature, l’essere una celebrità e l’essere un artista. Si tratta di un buon film, le cui scene migliori sono quelle con la presenza della manager dell’hotel Annette Bening e il manager del cantante Christopher Plummer. La debolezza più grande è invece, probabilmente, la…