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Gemma Bovery
Il film vorrebbe essere come Gemma Bovery definisce Madame Bovary: “non succede niente, ma è interessante”. L’interesse tuttavia colma gli occhi del protagonista, ma molto meno quelli dello spettatore, offuscati invece dalla noia. L’idea di fondo è intrigante, ma si fatica a seguire i riferimenti letterari all’opera di Flaubert e il film non semina svolte narrative particolarmente inaspettate o emozionanti. Non v’è nulla di contestabile o di eccessivamente criticabile, tuttavia Gemma Bovery non regala nemmeno guizzi, non osa. Particolare invece il finale, intrigante anche nel montaggio e l’alternarsi delle prospettive. Tra i punti di forza anche il capezzolo di Gemma Arterton a metà film.
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Prince of Persia
Un mare di sabbia e una strizzatina d’occhio a Indiana Jones, uniti al gusto del regista per i ralenty e dei colori molto caldi, danno vita a Prince of Persia, uno dei film più divertenti tratti dai videogames. Del gaming il film mantiene anche la distintiva impronta, creando una storia dal ritmo alto, come inevitabile risposta a ciò che ci si aspettava, dunque acrobatiche e sorprendenti scene d’azione, ma anche una buona scrittura di tasselli, che con precisione costruisce fino al finale, decisamente buono anche questo. Resta solo il dubbio del perché Prince of Persia, nella sua nicchia filmica, non abbia ottenuto il riscontro meritato.