Top Gun Maverick
Dopo ben 36 anni dal film di Tony Scott, Maverick torna a sfrecciare sui nostri schermi nel sequel diretto da Joseph Kosinski, Top Gun Maverick. Da allievo a maestro: a seguito di una insubordinazione, Pete Mitchell fa ritorno alla scuola di addestramento per preparare i piloti studenti a una missione impossibile.
Il film riprende alcuni personaggi e temi del primo Top Gun, come la dualità tra i piloti, trovando la giusta chimica tra l’elemento nostalgico e il rinnovamento. Ciò che appare intatta è l’epica del personaggio principale (dire con un Tom Cruise in gran forma è troppo scontato?), disobbediente e eccezionalmente talentuoso, con una maggiore profondità espressa dal rapporto con Penny e con il pilota Rooster, figlio di Goose. Su questo piano si creano anche le scene maggiormente emotive.
E se la sceneggiatura sfrutta qualche vecchia citazione o alcune frasi fatte “Forse è così signore, ma non oggi”, poco importa perché la storia è avvincente, così come le scene in volo, sia durante le esercitazioni, sia in missione. Lo sforzo dei piloti è palpabile e le difficoltà evidenti.
Un pathos a cui contribuisco anche le musiche di Hans Zimmer e Lady Gaga.
E se il film forse sarebbe potuto durare un po’ meno rispetto ai lunghi 130 minuti, si può senz’altro dire che l’operazione è riuscita e sussurrare che forse Top Gun Maverick è anche un film migliore del suo predecessore.