La favorita
1706, la regina Anna è tormentata dai drammi personali e dalla gotta. A influenzarla e stringere le redini del governo è l’amica Lady Marlborough. L’arrivo a corte della cugina Abigail darà vita però a una cinica sfida per diventare la favorita della regnante.
Yorgos Lanthimos ci introduce a palazzo reale senza timore reverenziale di sorta, ma con una sequela di parolacce e volgarità sessuali ad accompagnarsi alle vesta eleganti e pompose, mentre le inquadrature dal basso, i movimenti rapidissimi della cinepresa e i fish eye suscitano un senso di straniamento, facendoci intuire che non si tratta di un convenzionale film in costume e qualche astuzia soggiace nell’ombra.
Le tre attrici (Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz) danno sfoggio di grandi interpretazioni in una storia di arrivismo, dove ogni personaggio ha una maschera e una precisa evoluzione, culminante nel finale. Perché se di primo acchito potrebbe lasciare quantomeno interdetti, è in realtà un’epifania e il culmine del percorso psicologico di Anna.
Nonostante la prima parte sia più ritmata e brillante nei dialoghi, la forza del film sta senz’altro nel conflitto che si sprigiona nella seconda, accompagnato da elementi di pregio, tra cui la fotografia e un uso centellinato e incisivo del sonoro.
La favorita è senz’altro tra i film più interessanti e pregevoli dell’anno.