3 days to kill
Parrucche, abusivi, biciclette viola, strani sieri e pallottole sotto la Tour Eiffel. Ecco a voi 3 days to kill.
Silenziatore, sangue freddo e dito pronto sul grilletto… ma driiin! Anche i killer hanno una figlia e se chiama, la pallottola è rimandata.
3 days to kill è un film che non si prende troppo sul serio, ma che non rinuncia all’azione. Proprio per questo il non-sense, o “non real”, è accettabile per lo spettatore e, anzi, le parti più divertenti sono proprio quelle, dove il rapporto padre-figlia va a influire sulla parte action. Due sole sono le flessioni del ritmo, legate al focus genitoriale, che diventa il tema predominante.
Luc Besson, autore della sceneggiatura, lascia la sua impronta e Amber Heard, dal fascino sensuale e cinico, ci ammalia.
Prova superata.
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