5 registi che hanno odiato un proprio film
Un regista può odiare il proprio film?
Sono tanti e vari i meccanismi che portano al film fatto e finito che vediamo sul grande schermo. Non sempre il regista ne ha il totale controllo e così, può capitare che anche i più grandi si pentano del risultato finale, arrivando addirittura a ripudiare il loro stesso film. Ecco allora una lista di 5 registi che hanno odiato un proprio film, di cui l’ultimo vi sorprenderà non poco.
Stanley Kubrick – Paura e desiderio + Spartacus
Se di Paura e desiderio noi potremmo dire che si tratta del lavoro di un talentuoso regista alle prime armi, Kubrick, notoriamente puntiglioso e perfezionista, lo definì “un balbettante esercizio amatoriale di cinema scritto da un poeta fallito, con un equipaggio di pochi amici e una bizzarria completamente inopportuna: noioso e pretenzioso”. Livello di autocritica 10 su 10.
Spartacus, invece, fu un grande successo e un film premiato agli Oscar, oltre che annoverato tra i migliori film americani di sempre. E allora perché rinnegarlo? Kubrick entrò nel film a progetto in corso, subentrando alla regia di Anthony Mann e nonostante riuscì a portare le sue idee, entrò spesso in conflitto con Kirk Dougas che all’epoca deteneva un certo potere decisionale. Questi aspetti fecero sì che Kubrick non sentì mai davvero suo il film, arrivando a negarne la paternità.
Quentin Tarantino – Grindhouse – A prova di morte
Il peggior film di Tarantino a detta di Tarantino stesso in una sua intervista. Anche se, a voler specificare, il regista ha dichiarato che, per essere un film “minore”, non è poi così male.
David Fincher – Alien³
“Molte persone hanno odiato Alien³, ma nessuna l’ha odiato quanto l’ho fatto io“. È così che David Fincher ricorda il suo esordio al cinema. A fargli dire ciò sono gli svariati problemi avuti durante la produzione del film e in fase di stesura della sceneggiatura. Lo stesso Fincher ha dichiarato di aver dovuto lottare su ogni cosa, oltre a essere stato licenziato tre volte durante la lavorazione.
Steven Soderbergh – Torbide ossessioni
Arrivato in un momento difficile della sua carriera, Torbide ossessioni non ha proprio reso orgoglioso il regista di Sesso, bugie e videotape, Ocean’s eleven ed Erin Brockovich, il quale ha confessato che il film è confuso e non c’è il suo cuore.
Woody Allen – Tutti (tranne 6)
Animo inquieto, tormentato. Lo conosciamo dai suoi film e da ciò che traspare dalle sue commedie. E come spesso accade agli artisti, l’insoddisfazione a volte prevale, condita di un pizzico di autocritica, alla ricerca dell’eccellenza, di raggiungere il livello dei propri miti. È così anche per Allen, che in un’intervista al Times ci è andato giù pesante… con sé stesso!
“Ho sciupato un’opportunità per cui la gente ucciderebbe. Ho avuto libertà artistica totale. Altri registi non l’hanno avuta in tutta la loro vita. […] Posso incolpare solo me stesso. Non posso dare la colpa a interferenze delle case di produzione. Ho sempre ottenuto gli attori, le sceneggiature e le musiche che desideravo. Ho montato i film come volevo. E, comunque, non erano belli.”
Ma non è tutto.
“Ce n’è qualcuno meglio degli altri, circa sei, ma è una quantità esageratamente piccola rispetto a tutta la celluloide che ho utilizzato. Arrivi a una certa età e ti rendi conto di non essere un grande. Da giovane aspiri a esserlo, ma poi per un motivo o per l’altro — mancanza di impegno, disciplina o semplicemente genio — non riesci a diventarlo. Gli anni passano e te ne rendi conto. Sono un tipo mediocre. Ho fatto il meglio che ho potuto.”
Beh, a voi i commenti. Noi ci limitiamo a citarvi i migliori film di Woody Allen a detta dello stesso Woody Allen: Zelig, La rosa purpurea del Cairo, Mariti e mogli, Pallottole su Broadway, Match point e Vicky Cristina Barcelona.