Aladdin
All’interno di quella che è chiaramente un’operazione commerciale, ovvero la rivisitazione in live action di tutti i classici Disney, l’Aladdin del 2019 di Guy Ritchie è davvero un bel film, senz’altro sopra le aspettative.
Con una scenografia e una fotografia spettacolari, le notti d’Oriente sono una poesia di colori e costumi, che ci immergono immediatamente ad Agrabah. Il ritmo è serrato e le canzoni non lo rallentano, anzi, le musiche, i canti e i balli ci travolgono completamente, grazie a melodia e ironia.
Inoltre, il romanticismo della storia c’è, ma a esso non si piega il film, che predilige le fughe acrobatiche, i voli sul tappeto e i balli sfrenati in stile Bollywood.
E da ultimo, ma non ultimo, c’è il Genio, a cui appartengono i momenti più genuinamente divertenti. Will Smith che ne dà il volto, apertamente criticato prima dell’uscita del film, è invece una saetta impazzita che, tra un rap e una battuta, incarna un perfetto Genio della lampada. Il suo ingresso in scena è davvero magico e immaginifico.
Le variazioni sul tema ci sono, come due nuove canzoni, un paio di personaggi e qualche contestualizzazione di trama, le quali non fanno altro che arricchire un film che, in quanto remake, meglio di così era difficile immaginarlo.