Amore, Natale e… baccalà
Dicembre inoltrato, domenica pomeriggio. Sfogliando il catalogo di una certa emittente televisiva, la mia ragazza nota un titolo: Amore, Natale e… baccalà. Lei ride e io per sfida e per goliardia premo play.
E fu così che ci ritrovammo a guardare questa commedia romantica e natalizia di Robert Tinnell, adattata da una sua stessa graphic novel.
Superata l’ilarità per la terribile traduzione in italiano del titolo, scopriamo che in lingua originale il film si chiama in realtà Feast of the seven fishes. Il protagonista della storia è infatti un ragazzo italo-americano, la cui famiglia, ogni Natale, è solita preparare una tradizionale cena a base di 7 portate di pesce. Quest’anno però, a scombinare il suo Natale, ci pensa una bella ragazza.
Amore, Natale e… baccalà non apporta nulla di nuovo alla commedia natalizia, anzi si avvale del solito sviluppo narrativo e di una buona dose di luoghi comuni sugli italiani negli USA. Tuttavia, sarà la mia inconfessabile passione per i film adolescenziali o il mio malcelato debole per il sorriso di Madison Iseman, ma mi rendo conto che il film mi sta piacendo.
Il protagonista non è il solito verginello sfigato che conquista la bella, ma è addirittura il più apprezzato in città grazie alla sua dialettica e alla sua sensibilità. E nonostante un doppiaggio che mi è parso strano, Amore, Natale e… baccalà ha i toni e i modi giusti per creare atmosfera, un sentore di anni 80 decisamente piacevole e un buon umorismo.
Anzi, mi è quasi venuta voglia di cucinare un bel baccalà alla vicentina.