la morte corre sul fiume film recensione
1955,  Almeno una volta nella vita,  Riflettere,  Tendere i nervi

La morte corre sul fiume

La morte corre sul fiume era un film eccezionale nel 1955 e lo è ancora oggi.

La storia: un pastore protestante viene a sapere di una refurtiva, nascosta chissà dove nella proprietà di una giovane vedova. Farà di tutto per impossessarsi del denaro.

Esordio e al contempo capolavoro personale, La morte corre sul fiume è il primo e unico film dell’attore Charles Laughton. All’epoca andò male, forse perché “troppo avanti” ed è stato rivalutato, divenendo un classico del cinema, solo negli anni a seguire.

Il film è esteticamente sublime, grazie a una fotografia che usa luci e ombre in funzione della narrazione e dei personaggi, con trovate visive di grande suggestione e fortemente espressioniste. L’appostamento fuori dalla finestra ne è un esempio, ma anche una scena subacquea (senza nulla voler svelare) è davvero ammaliante.

Nondimeno, il reverendo Harry Powell è un magistrale esempio di villain, memorabile, terribile e finemente caratterizzato.

Dalla storia emerge infine una critica chiara al fanatismo religioso, ma anche al moralismo, e solo la tenera innocenza dei bambini sembra salvarsi in un mondo ignorante e feroce.