leon - recensione - pills of movies
1994,  Almeno una volta nella vita,  Cinefili,  Commuoversi,  Innamorarsi,  Sorprendersi

Leon

Un romanzo di formazione brutale. Ecco che cos’è Leon, di Luc Besson.

Maestria registica e una sceneggiatura dalle molteplici sfaccettature. Come un videogame all’inizio, poi primi piani e pezzi di volti ci presentano Mathilda, Leon e un villain superbo, interpretato da Gary Oldman.

Mathilda è la perdita dell’innocenza. Allo stesso tempo è bimba, per l’orso, i giochi, l’emulazione dell’adulto e l’amore freudiano, ma con la sigaretta tra le labbra desidera anche l’età adulta, che ottiene in maniera efferata e violenta.

Leon è invece l’acquisizione dell’innocenza, una umanizzazione in cui traspare l’importanza delle persone, di prendersi cura di qualcuno… e non di una pianta.

Il tutto assume rilievo in una società cinica e spietata, dove un pizzaiolo prende i soldi a una bimba, dove chi è buono soccombe.