The circle
Mae viene assunta in un’azienda famosa e visionaria, The circle, dove il concetto di privacy viene rivoluzionato grazie all’uso della tecnologia. La ragazza (Emma Watson) fa una rapida carriera ma si scontra con alcuni quesiti morali.
Lo story concept del film è intrigante ed estremamente attuale, immaginando le possibili implicazioni di un futuro (forse non troppo lontano) dove tutto è online e i social network si identificano con la vita stessa.
Ciò che viene a mancare è però lo sviluppo in fase di sceneggiatura. Innanzitutto alcuni personaggi chiave, come l’amica Annie e Kalden, l’inventore di The Circle, sono caratterizzati al minimo, a causa di alcuni tagli rispetto al romanzo da cui la storia è tratta. Kalden in particolare è una comparsa del film, nonostante l’importanza del personaggio, tanto che è impossibile giustificare le sue azioni.
L’evoluzione di Mae stessa stride con il finale. Un finale flaccido e dissonante, che rovina quanto di discreto fatto fino a quel momento.
Attenzione allo spoiler!
La scelta è inspiegabile. Non si sensibilizza su ciò che è moralmente giusto, come si può supporre dal percorso di Mae fino a quel punto, né si va dal lato opposto, scelta fatta nel libro, dove Mae tradisce Kalden e conclude sognando un mondo dove anche i pensieri sono pubblici. Un finale, quest’ultimo, potente ed enfatico.
I produttori o forse James Ponsoldt (regia e script) scelgono invece una via di mezzo, che non accontenta nessuno.