The Guilty film recensione
2021,  Tendere i nervi

The guilty

Un operatore del 911 riceve una chiamata di soccorso da una donna, vittima di rapimento. Chiuso nel suo ufficio, cercherà di aiutarla in ogni modo. The guilty è un film di Antoine Fuqua ed è un remake del film danese del 2018 Il colpevole – The Guilty.

Con un film ambientato interamente in un ufficio e con un solo attore in scena (Jake Gyllenhaal) per la gran parte del tempo è fondamentale tenere alta la tensione, permettendo allo spettatore di vivere la frustrazione del protagonista, data dalla sua immobilità e dunque l’impossibilità di prestare soccorso. Non centrare questo obiettivo significa annoiare lo spettatore ed è proprio ciò che accade con The guilty. Naturalmente la storia si sviluppa tutta attraverso i dialoghi, ma anziché tenere viva l’attenzione, a mano a mano che la storia procede perdiamo di interesse per ciò che accade e anche il colpo di scena non sortisce l’effetto desiderato.

Parte del peso del film passa anche attraverso l’interpretazione di Gyllenhaal, che cerca di trasmettere l’ansia della situazione con improvvisi attacchi di rabbia, smorfie e frasi rapide e concitate. La sua storia, che fa da background a quella principale, appare però tropo slegata e non riesce a creare empatia.

Fuqua nel 2016 aveva già diretto e prodotto un remake (di un remake), I magnifici 7, che non aveva fatto altro che ricordarci quanto fosse bello l’originale. Purtroppo anche questo prodotto (perché di tale si tratta), destinato a Netflix, ha avuto lo stesso esito.