Una notte da leoni
L’epopea dell’eccesso. Il culto del limite. Una notte da leoni. Ovvero la notte da ricordare, il divertimento portato all’estremo che si mischia all’illegalità e all’azzardo, alla droga e all’alcool, alla libertà dalle inibizioni.
Lo vidi un giovedì sera con gli amici, in occasione di una di quelle promozioni a 3 euro dedicate ai film alle ultime proiezioni. Ricordo le risate, lo stupore di tanto divertimento negli occhi intorno a me e pure qualcuno che gioiva per il rapporto prezzo – qualità.
Uscito in sordina, Una notte da leoni è diventato in breve un grande incasso commerciale, ma anche un prodotto di culto per la massa, che ha portato non solo a due sequel ma anche alla vendita del format all’estero e a una preponderante influenza sulla commedia cinematografica. La festa o la serata esagerata come pretesto per la gag è diventata moda, da Una notte in giallo al francese Babysitting, così come il meeting aziendale La festa prima delle feste o il natalizio Sballati per le feste. Ma ce n’è un’infinità.
I motivi?
Il pretesto narrativo di aver scordato quello che è accaduto durante la notte precedente, che rende lo sviluppo una continua scoperta. Il fatto che tutti noi ci siamo sbronzati e abbiamo riso nel ricordare o scoprire ciò che abbiamo combinato. Ma anche un gusto per la commedia esagerata, sboccata e disimpegnata che non è mai cambiato.
Impossibile definirla una commedia di qualità, ma è altrettanto impossibile negarne i meriti dietro il successo.