Animali fantastici – I crimini di Grindelwald
“Credence io sono tuo fratello. No, non è vero. Lui è tuo cugino. Ma io ho ammazzato il prozio di tuo cognato e qualcun altro sa la verità! Luke io sono tuo pa… (Ah no, questo è un altro film)” – Trama di Animali fantastici – I crimini di Grindelwald.
Grindelwald ritiene che sarà Credence ad andare da lui, eppure poi gli porta una mappa su un tetto della città. I maghi a volte si smaterializzano, altre no e non si capisce bene perché. Possiamo bacchettare la Rowling? Dio mi perdoni. Ma al di là di dettagli che faticano a incastrarsi nel mondo di Harry Potter, la sceneggiatura è debole, confusa e incoerente. Molti personaggi mancano di un obiettivo forte e definito. Perfino Newt Scamander, che è il protagonista, sembra vagare sperduto nel film.
L’ideologia di Grindelwald è potente e catartica ma viene espressa solo nel breve discorso conclusivo, mentre il finale (che è un bluff, io ve lo dico) svolge ottimamente la sua funzione, legata soprattutto al marketing, facendo chiacchiera intorno al film e tenendo gli spettatori ancorati alla saga, salvando la baracca con un colpo di coda di ippogrifo.
Infine, c’è meno ironia di Animali fantastici e dove trovarli e, nonostante David Yates sia una garanzia alla regia, dopo la visione di Animali fantastici 2 la sensazione è che un gorgosprizzo mi sia entrato nell’orecchio.
Un commento
Pingback: