Step up all in
Step up all in, quinto capitolo della saga, non delude le aspettative: è infatti un pretesto per mostrare qualche coreografia, sostenuta da una trama quasi inesistente e una recitazione non pervenuta. Non cerchiamo una perla del cinema, ma per lo meno un briciolo di credibilità, senza rasentare la stupidità.
Manca anche quel briciolo di opposizione tra danza accademica e da strada e il vissuto che quest’ultima si porta dietro, inoltre, non sono un esperto di danza, ma, scena finale a parte, unica godibile, per la maggior parte del film l’impressione è quella di un gruppo di persone che scimmiottano su una musica martella timpani.
Per il resto, “yo bello, come ti permetti? Ti faccio vedere io chi comanda!” ed ecco che sembra che stiano per fare a botte e invece giù di spaccata e parte una sfida di ballo in mezzo al locale.
C’è anche il tempo, spesso, per molte inquadrature riempitive con i cartelli di Las Vegas, mentre il doppiaggio di Gué Pequeno è inascoltabile.
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