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Race
Dopo svariati antecedenti filmici sportivi sul tema del razzismo negli Stati Uniti, Race si inserisce in questo filone, raddoppiando il suo punto di vista, con una storia di vita e di sport che affronta questa difficoltà anche nella Germania nazista. Classico e lineare, il film dovrebbe amplificare, rammentare e insegnare una storia già potente intrinsecamente. Riesce bene soprattutto negli ultimi due, risultando coinvolgente. Tocca l’animo soprattutto nel rapporto tra Jesse Owens e Carl Luz Long, forse l’unico momento veramente alto, commovente e pregno dei valori dello sport sulla vita, mentre si insinua sottopelle con i dialoghi tra Goebbels e Avery Brundage. Owens è un uomo solo che può lasciare il…
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Il ponte delle spie
Il ponte delle spie ha le sue fondamenta nel fascino dell’uomo comune ai piedi di eventi e situazioni enormemente più grandi di lui. A portarci da un lato all’altro è una scrittura che ribalta il senso degli eventi tramite i punti vista e fa progredire la storia. La regia di Spielberg, il suo modo e la sua voglia di raccontare storie, ci mostrano tragitto, facendoci accompagnare da personaggi incisivi e ben interpretati, di cui si può vedere lo spessore, ma anche vedersi e vedere altri. Difetti? La mancanza di un colpo di scena o un finale roboante? Si tratta di una storia vera, chiusa con eleganza e un piccolo spunto di riflessione.
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Il caso di Lizzie Borden
Tratto da una storia vera, piuttosto conosciuta negli Stati Uniti e con parecchi lati controversi, il caso di Lizzie Borden cinematografico non riesce a rappresentarli con efficacia. È un film dall’identità dubbia, dove una colpevolezza viene già data per certa fin dall’inizio e va a mancare il mistero e l’inquietudine, a tratti suscitata solo dal volto di Christina Ricci. Il caso di Lizzie Borden si perde per molto tempo tra le mura di un tribunale e non nelle pareti della psiche dei personaggi o comunque nelle relazioni tra essi. Ho apprezzato invece particolarmente, per gusto personale, la musica, completamente asincrona, ma travolgente ed evocatrice, con la scelta di pezzi progressive rock,…
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Ti va di ballare?
Ti va di ballare? è la classica storia gigiona saldata su schemi assodati, secondo il motto “ballo per non pensare alle cose brutte”, anche se il suo vero problema non è questo, ma che si tratta in realtà di una storia vera e interessante. Il potenziale della storia è invece stato espresso così: per punire un gruppo di ragazzi problematici, viene affibbiato loro come insegnante di danza un romantico e melenso Antonio Banderas. Le storyline secondarie sono accennate e presto abbandonate, così come i personaggi appena abbozzati. Si balla, certo, ma mai in modo coinvolgente o spettacolare. Forse l’unica cosa a non abbandonare la mia memoria sarà quella sgnacchera della tizia di…
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The butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca
The butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca è una narrazione che non ha bisogno di orpelli o manierismi, avendo già in sé la semplice potenza di una storia vera. Un viaggio nella storia americana, con il focus sulla lotta per i diritti civili e la discriminazione razziale, che si amalgama ad un complicato rapporto tra padre e figlio. La storia di un uomo che cerca di non essere visto e che invece diviene una figura centrale dell’affresco. Talvolta didattico, ma mai noioso. Grandi attori. Forest Whitaker straordinario.
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Empire State
Insensato. Empire state è un film insensato. Liam Hemsworth, fratello di Thor e controfigura di Gareth Bale nel tempo libero, è un immigrato greco (anche se di greco non ha manco l’alluce) e vuole diventare un poliziotto. Alla fine invece, decide di rubare dei soldi da una compagnia, che custodisce 25 milioni di dollari con una telecamera, un custode e un cane sordo. Ma a rubarli è il migliore amico, rubato a sua volta al film Scemo e Più Scemo, di cui poteva essere eccezionale interprete. Nella locandina c’è anche Emma Roberts, nel film quasi mai. La storia è vera, il film nemmeno vagamente verosimile. Decisamente brutto.