Ridere
I film che fanno ridere (o che almeno ci provano).
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Spy
Brioso e scatenato, Spy fa la parodia dei film di James Bond fin dalla sua prima scena e dai titoli di testa, che chiariscono immediatamente lo stile del film e la canzonatura del perfettino 007. La comicità intelligente infila le sue carte senza inficiare l’azione, né instupidire la commedia, riuscendo nell’irriverenza anche in frangenti di inaspettata violenza. Il film è esagerato e accattivante nei dialoghi, fondati sul gioco del battibecco, al quale vengono concessi senza timore diversi minuti, che Paul Feig si diverte a riempire con coloratissimi turpiloqui. Irresistibile Jason Statham nella parodia iperbolica di sé stesso, travolgente il personaggio di Melissa McCarthy. Questo avvincente spy movie è uno dei migliori dell’anno…
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Ace Ventura – Missione Africa
Ace Ventura – Missione Africa mantiene la sregolatezza e l’indomito spirito super espressivo del primo film, Ace Ventura – L’acchiappanimali, eguagliandolo anche nel successo di pubblico, formando un indomito duo cult. L’Africa gli fa bene, garantisce anche una maggiore libertà creativa, una risata non scaturita solo dalla persona di Jim Carrey, ma anche da altrove, come gli strampalati e bizzarri popoli africani. Qualche parodia, un Jim in super forma, ancora più animali, sempre lo stesso ciuffo e… un film divertente quanto il primo. Forse anche di più.
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La nuova macchina di Mike
La nuova macchina di Mike è un cortometraggio Pixar tratto dal film d’animazione Monster’s & Co. di cui diviene dunque una sorta di spin-off. Pete Docter, regista di entrambi, in questo caso unitamente a Roger L. Gould, mette al centro della sua storia la nuova macchina di Mike Wazowski, che se ne vanta con fare da smargiasso. Lui e Sully tuttavia verranno messi alla prova dalla loro imbranataggine e dai numerosi gadget dell’auto, facendo così progredire la narrazione lungo un climax di sventurati casualità. A mio avviso è un passo indietro dal punto di vista dell’originalità, nonché della stratificazione semantica e interpretativa, rispetto ai precedenti corti, slegati da una precedente storia.
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Jack-Jack attack
Dopo La nuova macchina di Mike, la Pixar torna con uno spin-off di un suo lungometraggio, che nel caso di Jack-Jack attack è Gli Incredibili. In questo caso il corto è proprio un ritaglio incastrabile nella trama del film, trattandosi di una scena tagliata e poi ampliata. Ciò che vediamo è dunque nel mood e nello stile del film, e ci fa seguire le spassose disavventure domestiche dell’isterica babysitter di Jack-Jack. 5 minuti di divertimento che ci riportano indietro di un anno nel mondo di una normale famiglia di supereroi.
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The interview
Hacker, CIA, censure e minacce. E questo non è il film, bensì la realtà, almeno da quanto ci hanno detto su The interview. Nel film invece ci sono culi, dita mozzate, personaggi sopra le righe, omosessualità… una spinta verso l’eccesso che coinvolge anche temi piuttosto delicati, andando a colpire non solo la Corea del Nord, ma anche la società americana. Tutto sommato, considerato il vero e proprio casino generatosi e l’esito del film, che onestamente non è un granché dal punto di vista del divertimento/intrattenimento e manca completamente nella satira, risparmiarselo non sarebbe stato una grave perdita, né per l’umanità né per il cinema.
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La famiglia omicidi
La famiglia omicidi è capitanata dal Reverendo Goodfellow, un Rowan Atkinson giusto nel ruolo dell’impacciato e insicuro prete, in una delle sue poche interpretazioni lontane dalla figura di Mr. Bean, seppure sia trascinata da Maggie Smith e il suo personaggio. Il film è una black comedy che riesce a restare in bilico su quel delicato filo, sospeso sul rischio della caduta nella sgradevolezza o insulsaggine, che si incorre con questo genere, senza spingersi mai troppo in là, ma mantenendo i toni della commedia predominanti su quelli black. Dal punto di non ritorno, la scoperta dell’identità di Grazia, il film anziché perderci in interesse, ne giova e cambia ritmo, fino a un finale più…
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Charlie’s angels
Charlie’s angels, lungometraggio tratto dalla serie tv degli anni 70, è un film pop, feticista, esagerato, sopra le righe, comico. È un film che usa lo slow motion per i capelli al vento. Cameron Diaz, Drew Barrymore, Lucy Liu sono sexy e scanzonate, con una telecamera birichina che indugia su di loro e sulle loro mosse da kung fu. Tutto questo è poggiato su una trama semplice e disimpegnata, che prova anche un piccolo colpo di scena e va a strutturare nel complesso un film d’intrattenimento leggero, comunque piacevole, che potrebbe essere un lungo episodio di una nuova e moderna versione delle Charlie’s angels, tra azione e umorismo.
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Shaun, vita da pecora – Il film
Dopo aver visto Shaun, vita da pecora, viene da pensare (ci fanno pensare) che tutto sommato una vita da pecora non è poi così male, scardinando il detto che è meglio un giorno da leoni che cento da pecora. La giornata della pecore della Aardman è infatti densa di humour e fortemente ritmata, grazie al montaggio e alla musica, che sopperisce alle parole, completamente assenti, senza farle rimpiangere, ma sostituendosi perfettamente ad esse. Partendo dal comune, attraverso l’improbabilità, la storia riesce a essere semplice, nel senso più positivo che possa esserci, coinvolgendo e divertendo, grazie alla sua innocenza, la vivacità, le situazioni e i suoi personaggi che, nonostante siano di plastilina, riescono…
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Piovono polpette
Piovono polpette, ma anche hamburger, gelato e piccole grandi trovate originalissime per un film che è prima di tutto questo: originale nella sua idea, nel suo script. Il protagonista è irrestistibile, per il suo essere al tempo stesso goffo e così pieno di sogni e speranze, quanto chiunque di noi, tanto che è impossibile non fare il tifo per lui. Ma Lord e Miller gli hanno affiancato anche dei personaggi minori altrettanto ben congeniati e cartooneschi nei loro tratti. A guardarla in modo riduttivo si può dire che Piovono polpette sia una parodia del filone dei film catastrofici, ma in realtà riesce a essere un film a tutto tondo, aggiungendo…
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Fuga in tacchi a spillo
Viene facile pensare che una fuga in tacchi a spillo risulti alquanto complicata e il rischio che il tacco si rompa sia alto. È questo ciò che infatti accade a questo film, un film tutto al femminile, dalla regista Anne Fletcher alle protagoniste, la poliziotta precisina Reese Witherspoon e la procace Sofia Vergara. Ma qual è l’inciampo del film? I colpi di scena che determinano delle svolte narrative non vengono gestiti con efficacia, dando al film l’impressione d’essere piatto, inoltre manca soprattutto nel divertimento e nelle gag, che dovrebbero inspessire questo genere di commedie, e che, invece, si affida tutto al battibeccare delle due donne, marcando le loro differenze e scadendo talvolta…
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Duplex – Un appartamento per tre
Danny De Vito dirige Duplex, d’impronta analoga a Getta la mamma dal treno, black comedy che in realtà al nero poco si avvicina e resta molto più comedy, senza che ci dispiaccia. Una giovane coppia trova la casa ideale. L’unico piccolo trascurabile difetto è che devono condividerla con una vecchietta, alloggiata al piano di sopra. Ma che disturbo potrà mai dare? Fastidiosamente divertente, tanto quanto la signora Connelly, la fantastica Eileen Essell, Duplex si dota anche di un buon finale, differente da tanti epiloghi fatti con lo stampino delle commedie americane e non solo. Avete dei cattivi vicini? Guardatelo e non ve ne lamenterete più! Sperando che non vi vengano strane idee…
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Zoolander
Almeno Scemo & più scemo, a differenza di Zoolander, hanno avuto l’onestà intellettuale di ammetterlo a priori. Il film ha un buon inizio e ha nella sfilata-duello tra Ben Stiller e Owen Wilson la sua scena migliore, spassosissima. Zoolander fa bene quando è parodia, sia del mondo della moda, ma anche, sotto il trucco, dei film di spionaggio, di cui ribalta ogni logica. Derek infatti deve fermare sé stesso dal commettere l’omicidio. Meno bene invece quando la battuta o scena è stupidità fine a sé stessa e non parodiante. Ora scusate devo andare a provare la mia nuova espressione bella bella allo specchio.