Frequenza dose

  • i magnifici sette
    1960,  Almeno una volta nella vita,  Cinefili,  Diventare eroi,  Il caricatore,  Sorprendersi

    I magnifici sette

    Sono sette e sono senza dubbio magnifici, ma non sono i samurai di Akira Kurosawa, antenati ispiratori, bensì leggendari cowboys, intrappolati nella frontiera tra Messico e Stati Uniti dal senso del dovere e da una morale che ha plasmato ogni loro azione nella vita. Per una misera paga e consci che il tempo degli eroi è ormai giunto al termine, i sette continuano a lottare, elevando così le loro azioni e il loro flebile ruolo di passaggio nell’umanità a leggenda, conferendo al tutto l’aurea del mito. Vicino alle suggestioni de L’uomo che uccise Liberty Valance, I Magnifici Sette riunisce Yul Brynner, Steve McQueen, Eli Wallach, Charles Bronson e James Coburn…

  • 1967,  Almeno una volta nella vita,  Cinefili,  Innamorarsi,  Riflettere

    Il Laureato

    Un film di passaggio, che regala nuova vitalità a Hollywood, che dà il via a una nuova generazione di attori e registi talentuosi. Il laureato è un romanzo di formazione stampato su pellicola, dove il senso di inadeguatezza, il recondito disagio e la flebile inerzia che talvolta sembra sospingere la vita di tutti, così come quella di Benjamin, sono scrutati dalla regia nuova e magistrale di Mike Nichols e orchestrati dalle favolose musiche di Simon & Garfunkel. L’ansia del futuro, anche quando tutto va bene, muove poi il protagonista dalla stasi verso l’esperienza nuova, la ricerca di risposte e l’intrigo amoroso, culminante nei minuti finali, memorabili.

  • Into the wild
    2007,  Almeno una volta nella vita,  Riflettere

    Into The Wild – Nelle Terre Selvagge

    Into the wild è nell’albo dei film che fanno venir voglia di fare qualcosa di grande, di memorabile. È la storia vera di Christopher McCandless, che dopo la laurea ha deciso di abbandonare famiglia, progetti e convenzioni per avventurarsi in un viaggio verso la libertà e la felicità interiore. L’abilità e i tecnicismi del cineasta, Sean Penn (che ha dovuto pazientare 10 anni per poter girare il film), scorrono con naturalezza, inosservati al cospetto di una storia grande. Alex Supertramp, pseudonimo del protagonista, viaggia sulle note di Eddie Vedder attraverso paesaggi immensi e invita a riflettere. Un film che non va commentato, ma visto e vissuto.

  • Django Unchained
    2012,  Almeno una volta nella vita,  Il caricatore

    Django Unchained

    Fantastico. Arte che intrattiene, intrattenimento artistico. Se siete innamorati del cinema, guardare Django Unchained di Quentin Tarantino è come far l’amore con una delle sue più belle figlie. Dialoghi epifanici, gustosi dettagli anacronistici, musica incisiva, sceneggiatura magistrale, interpretazioni alte, citazioni colte. Regia, narrazione, fotografia. Un film di godibile perfezione, come se ne vedono troppo pochi in troppo tempo. L’unico, super-virgolettato difetto, drammaturgicamente parlando, è un doppio finale, che però diventa solo una scusa in più per godersi ancora un po’ di Django.

  • grand budapest hotel
    2014,  Almeno una volta nella vita,  Avventurarsi

    Grand Budapest Hotel

    C’è molto di bello: dalla sceneggiatura al montaggio, dai costumi di Milena Canonero ai dialoghi. Tanto che bisognerebbe chiedersi cosa, in questo film, non lo è. L’abilità nel narrare, unita al surreale umorismo di Wes Anderson, creano un mondo fantasioso, che risponde a un requisito da ammirare spassionatamente: originalità. Lo stile del regista è inconfondibile: i colori, le inquadrature, le simmetrie, i movimenti di macchina. Il fantastico è improbabile, ma verosimile, e si vela di malinconia come ciò che appartiene al reale. Estetico, scenografico, preciso, logorroico, ironico, sarcastico, grottesco. Benvenuti al Grand Budapest Hotel.

  • Piranha 3DD
    2012,  Meglio mai che tardi,  Spaventarsi

    Piranha 3DD

    Inspiegabile. Inspiegabile come possa essere stato finanziato, trasmesso, guardato. Per la cronaca, l’hanno fatto gli americani e il 95% di chi l’ha visto vive fuori dagli USA. Ah e c’è pure Mitch di Baywatch, che si è beccato una nomination come peggior attore non protagonista ai Razzie Awards.