Gunpowder milkshake
Sono donne, sono letali e potrebbero ammazzare chiunque in molti dolorosi modi diversi. Gunpowder milkshake è un film d’azione del regista israeliano Navot Papushado, il cui titolo riflette le aspettative. Un frappè di polvere da sparo, a tinte pulp, molto colorato e zuccherato d’ironia.
Samantha è un sicario che si ribella contro “L’impresa” un’associazione di malviventi per cui lavorava anche la madre, scomparsa 15 anni prima.
Gunpowder milkshake ci ricorda Kingsman – Secret Service, ma tutto al femminile, simile per spirito e per una rappresentazione e un’inverosimiglianza decisamente fumettosa. Ci sono molti ralenty che ci permettono di apprezzare le evoluzione delle nostre anti-eroine e le scene d’azione sono coinvolgenti e spiritose, con qualche trovata originale. Sam ha le braccia paralizzate ma riesce a combattere e poi anche a guidare grazie all’aiuto di una bambina.
Bella la fotografia, la scenografia e anche i costumi, con la chicca della divisa da bowling che la protagonista indosserà per quasi tutto il film (che ci ricorda il giubbino del pilota in Drive). La chiave è proprio l’ironia, che ci permette di gustare questo milkshake fino alla fine.
A peccare in parte è la sceneggiatura, che non primeggia per originalità o particolari colpi di scena, così come i dialoghi divertono a tratti ma non sono certo memorabili. E visto che il film si apre e si chiude in un diner, l’ultimo riferimento è a Pulp Fiction e soprattutto alle battute del film di Tarantino, che hanno fatto scuola e in questo piccolo sottogenere restano ancora inarrivabili.