Il sospetto
La bella e ricca Lina sposa l’affascinante e sfacciato Johnnie, rendendosi poi conto durante il matrimonio che l’uomo le mente su molte cose, fino a nutrire il sospetto che sia interessato solo alla sua eredità. Questo film di Alfred Hitchcock del 1941, tratto dall’omonimo romanzo, pone al centro della scena una storia d’amore travagliata, in cui l’incomunicabilità tra i due coniugi porta la coppia a una lenta e inesorabile autodistruzione.
La domanda che ci pervade per l’intero film non è solo: è colpevole o innocente? Perché che Johnnie sia un mascalzone, un bugiardo, scommettitore, imbroglione e ladro, si evince ben presto. Il dubbio invece è innanzitutto se ami davvero Lina (per quanto riguarda la prima parte del film) e se egli possa arrivare fino a commettere un omicidio (seconda parte). È solo quando ci viene suggerita questa ipotesi che viene a crearsi la celebre suspense hitchcockiana, mentre nella prima parte il film si adagia maggiormente nei toni rosa e della commedia, risultando forse datato per alcuni spettatori del 2020, ma non per quelli degli anni 40, che lo apprezzarono moltissimo.
Il sospetto (come altri film di Hitchcock) ha fatto scuola e la scena del latte è senz’altro la più memorabile di tutto il film, per ingegnosità e scrittura.
Anche in Rebecca – La prima moglie dell’anno precedente, avevamo visto le crepe psicologiche tra due innamorati, sempre con protagonista Joan Fontaine, mentre con il successivo L’ombra del dubbio (1943) questo film condivide la nascita del sospetto per un membro della propria famiglia e quindi di un pericolo celato tra le mura di casa.