Frequenza dose

  • La finestra sul cortile
    1954,  Almeno una volta nella vita,  Cinefili,  Investigare,  Tendere i nervi

    La finestra sul cortile

    La finestra sul cortile è lo schermo cinematografico, metafora sublime del cinema stesso. Come il protagonista, anche noi spettatori filmici non possiamo muoverci, percependo la frustrazione dell’immobilità. Al tempo stesso l’azione e la narrazione progrediscono ugualmente, e alla grande, grazie allo sguardo. Hitchcock crea cinema con (apparentemente) pochissimo, pervade il film di scene emozionanti e ricche di suspense, come la scena finale e l’iniziativa di una coraggiosa e innamorata Grace Kelly, regalandoci un film dai molteplici strati interpretativi e al tempo stesso un grande intrattenimento, che non ci fa mancare nemmeno una venatura romantica. Un classico intramontabile e indimenticabile, come il cinema stesso.

  • Vacanze romane
    1953,  Almeno una volta nella vita,  Innamorarsi

    Vacanze romane

    Le vacanze romane della principessa Audrey Hepburn, in compagnia del fotografo Gregory Peck, emozionano e commuovono le signore, ma non lasciano indifferenti neppure gli uomini. Dal soggetto semplice ma d’impatto di Dalton Trumbo e dall’alchimia dei due protagonisti, William Wyler riesce a creare cinema. Elegante, raffinato e spiritoso, Vacanze romane è un film che mantiene intatta la sua bellezza nel tempo, più e più volte emulato, ma mai eguagliato. Roma e le sue bellissime riprese, sono una cornice senza tempo, idilliaca. Le cose dette e non dette, le fini caratterizzazioni, il garbo nel modo di raccontare, la capacità di creare momenti di pura spensieratezza, dal romanticismo all’umorismo, fino al finale distinto e per nulla scontato.…

  • La rosa purpurea del Cairo
    1985,  Almeno una volta nella vita,  Cinefili,  Innamorarsi

    La rosa purpurea del Cairo

    La rosa purpurea del Cairo: un film, un film nel film, un atto d’amore per i film, per il cinema. Così come Cecilia evade dai turbamenti personali e della grande depressione, noi oggi ci immedesimiamo nei protagonisti dei film, ci innamoriamo di loro, entriamo nei film. Da qui scaturisce una riflessione sul cinema stesso, che è però una riflessione sull’uomo e sul suo bisogno d’illusioni, di fantasticherie. Il cinema è migliore di una realtà alla quale non si può sfuggire, ma al contempo è esso stesso una realtà. Da qui scaturisce uno dei migliori film di Woody Allen, tanto intelligente quanto originale, senza mai smarrire i connotati della commedia. Per un…

  • La donna che visse due volte
    1958,  Almeno una volta nella vita,  Cinefili,  Innamorarsi,  Tendere i nervi

    La donna che visse due volte

    La donna che visse due volte è un film dalle due vite, tanto da sembrare due film, dove il tema del doppio e della maschera ricorrono soventemente e intrinsecamente. Ma per Hitckcock è Vertigo, la vertigine, quella caratteristica del suo protagonista, così fortemente radicata nello sviluppo drammaturgico del film e i capogiri narrativi che trascinano anche lo spettatore nella spirale della storia. Una straordinaria storia. Una regia virtuosa, sperimentale nei capogiri di James Stewart e potente visivamente in altre scene, quale quella ai piedi del Golden Gate Bridge. Ma anche una costruzione oculata. Hitchcock infatti contravviene palesemente alle regole classiche della scrittura audiovisiva, situando il suo colpo di scena a metà film, che, come detto,…

  • The Blues Brothers
    1980,  Almeno una volta nella vita,  Ballare,  Cantare,  Ridere

    The Blues Brothers

    Fate voi se The Blues Brothers è o non è il miglior film musicale prodotto dal cinema, la soggettività è tutto, ma di certo è un cult di questo genere, da segnalare senza dubbio nei manuali. Straordinaria è la capacità di convogliare avventura, comicità e musica, riuscendo a intrattenere con un alto ritmo, divertire con i suoi insofferenti protagonisti e le loro disavventure e far scatenare lo spettatore con una colonna sonora mitica. Fantastici Dan Aykroyd e John Belushi, impetuose le apparizioni dei vari cantanti. Geniale il mood scanzonato (ossimoricamente l’aggettivo più adatto) che muove i protagonisti, seppure siano nel mirino di un missile. Ottimo il lavoro di John Landis che,…

  • La vita è meravigliosa
    1946,  Almeno una volta nella vita,  Commuoversi,  Riflettere

    La vita è meravigliosa

    La vita è meravigliosa è una favola toccante, di dickensiana parvenza, spesso trasmessa in periodo natalizio, ma che è un classico del cinema in generale. Il film di Frank Capra, tratto da una storia di Philip Van Doren Stern, si avvale di una sceneggiatura ad incastro perfetta, che va a costruire un vissuto, anche per lo spettatore, che confluisce poi nella parte finale, magica, commovente, speciale. Lo è perché La vita è meravigliosa, oltre ad essere tecnicamente un film perfetto, interpretato magistralmente, in particolare da James Stewart, risponde a qualche domanda fondamentale, esistenziale, dell’uomo. E lo fa in maniera meravigliosa.

  • The Hungover Games
    2014,  Meglio mai che tardi,  Ridere

    The Hungover Games – Giochi mortali

    Guardi Angry Games – La ragazza con l’uccello di fuoco, parodia di Hunger Games e non puoi negare l’evidenza che sia una trashata. E così decidi di fare la tua parodia, The Hungover Games, unendone la trama a quella di Una notte da leoni. E così realizzi una seconda trashata. È facile fare parodia, è difficile farlo con stile, umorismo e una vena d’intelligente satira.

  • il grande lebowski recensione film drugo
    1998,  Almeno una volta nella vita,  Avventurarsi,  Investigare

    Il grande Lebowski

    Il grande Lebowski parte dalle parole. Dalla scrittura. Da lì si visualizza, tramite la regia inusuale, si ascolta. Soprattutto Creedence ed Eagles, le cui canzoni fanno parte della storia. I fratelli Coen riuniscono un cast di bravissimi attori, ai quali mettono in bocca dialoghi superlativi e personaggi da indossare assurdi ma incisivi, figurine così esagerate, ma al contempo radicate nell’essere dell’uomo. Quando Drugo (Dude) sviene, non v’è il buio, ma lo sbizzarrirsi di Joel Coen, che dipinge con la cinepresa una serie di quadri surrealisti. La storia invece, quella su cui si ricama tutto, quella de Il grande Lebowski, tra ammiccamenti, irriverenza e ironia, falsi indizi e piste false, implode su sé stessa.…

  • Misery non deve morire
    1990,  Almeno una volta nella vita,  Sorprendersi,  Tendere i nervi

    Misery non deve morire

    Rob Reiner alla regia e William Goldman con la sua sceneggiatura, libro di Stephen King alla mano, intagliano un finissimo gioiello: Misery non deve morire. Uno scrittore di successo finisce fuori strada con l’auto a causa di una bufera di neve e una donna, ammiratrice dei suoi romanzi, si prende cura di lui. Ma quando uno scrittore incontra la sua più grande fan, non sempre basta un autografo per accontentarla. Senza timore alcuno, il romanzo viene oculatamente ritoccato in alcune sue parti e viene costruita una storia di tensione e ossessione che lascia con il fiato sospeso. L’immobilità e la frustrazione del protagonista divengono quelle dello spettatore, ma, nonostante non ci si muova per l’intero film,…

  • 1994,  Meglio mai che tardi,  Scaldarsi

    La ragazza di Cortina

    Ho creduto di scegliere un film erotico. Poi però ho pensato si trattasse di un thriller. Infine mi sono reso conto che non era nemmeno quello. E così, il tentativo di scaldarsi con la fidanzata è fallito e l’inaspettato tentativo di svolta thriller, anziché spaventarla e spingerla tra le braccia del suo criticone cinematografico, ha avuto una svolta ilare. Ma che cos’è allora? Perché guardarlo? La ragazza di Cortina è atto filmico stimolante di quesiti inesplicabili sui processi produttivi finanziari cinematografici e opera prima e unica del regista Maurizio Vanni, di cui si trovano poche notizie (nessuna) perfino nel web. Si vocifera infatti (ho pagato buoni investigatori) che sia in realtà uno pseudonimo,…

  • come ti rovino le vacanze
    2015,  Meglio mai che tardi,  Ridere

    Come ti rovino le vacanze

    Altrimenti detto dagli addetti del settore: Come ti rovino un film al cinema. Vomito a fiotti, pozze di escrementi, pseudo-peni spropositati, mucche cannibali e mucche spappolate. Soffocamenti da sacchetto, grovigli di peli pubici, camionisti pedofili e intermezzi canori. Tanto trash e poca comicità, per una commedia on the road che prova anche a citare Duel di Steven Spielberg, tratto dal racconto di Richard Matheson. Ma se vi fanno ridere queste cose, allora taccio.

  • 1975,  Almeno una volta nella vita,  Cinefili,  Ridere,  Riflettere

    Amici miei

    Dal progetto di Pietro Germi alle mani di Mario Monicelli, quattro più uno amici, straordinari e spassosi cattivi esempi, protagonisti di burle e supercazzole, sullo sfondo di una sottesa e indelebile malinconia. Dal soggetto alla struttura, dalla sceneggiatura agli attori e le loro vite cinematografiche, Amici miei non può che essere una suadente nostalgia verso una commedia italiana che fu, di indelebile splendore e potenza. Nell’immaginario non possono che imprimersi talune scene, quali quelle alla stazione o all’ospedale, e una risata che non deve nascere dal realismo fedele, ma dalla pura e sublime invenzione verosimile. Infine la parvenza di una morale, salvo poi ribaltarla nell’ossimorica e geniale scena finale. In…