Innamorarsi
I film romantici che vi faranno innamorare con una risata o una lacrima.
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Il filo nascosto
Il filo nascosto è l’ultima opera di Paul Thomas Anderson e l’ultima interpretazione della carriera di Daniel Day-Lewis. La storia è quella di Reynolds Woodcock, sarto perfezionista e talentuoso, ma anche uomo anaffettivo, incapace di amare e di tessere relazioni amorose. Un ritratto umano e una storia d’amore sono le stoffe che vestono la trama, ma il filo nascosto del film è troppo nascosto e non buca mai il tessuto. Almeno fino al finale, quell’ultimo ricamo senz’altro spiazzante, netto e preciso, che impone allo spettatore di chiedersi una spiegazione del film. A rendersi difetto è per lunghi tratti la mancanza di conflitto e di una narrazione vera e propria, in favore…
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Café Society
Café Society è leggero, leggerissimo. Quasi evanescente e dolcemente frivolo, come le chiacchiere tra i divi dello show biz, gli uomini d’affari e le belle donne davanti a un Martini. Il film di Woody Allen racconta la storia di un ragazzo in cerca di lavoro e, naturalmente, di fortuna, che approda a Hollywood nella dimora dello zio, magnate dello spettacolo. Una scintillante ed eterea fotografia illumina delle splendide scenografie che, a loro volta, incorniciano un intrigante intreccio amoroso. La storia parla di scelte, ma lo fa come un leggiadro divertissement, senza la forza della malinconia, senza spingere sul canale emotivo. Allen lo fa per scelta, con tagli di montaggio netti,…
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Irrational man
Irrational man è un film di Woody Allen. No, non nel senso più ovvio e banale, ma perché esso contiene e sviluppa i temi più cari e più vicini alla sensibilità e alla filmografia del regista. Un professore di filosofia depresso e alcolizzato trova una nuova cattedra e, nel punto più basso della sua esistenza, ritrova inaspettatamente le motivazioni per vivere. Kierkegaard, Kant e i loro precetti filosofici si trasferiscono all’attuale quotidianità, l’esistenzialismo e la ricerca del senso alla vita sottendono la storia. Poi c’è l’amore, il raziocinio contro le pulsioni, proprio l’irrazionale, e per ultimo, ma non ultimo, il solito Delitto e Castigo. La matrice del film è analoga…
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La forma dell’acqua – The shape of water
La forma dell’acqua – The shape of water di Guillermo Del Toro è un film gotico, che stringe i suoi tentacoli sulla fiaba de La bella e la bestia, amalgamando però romanticismo e fantasy ad atmosfere inquietanti ed episodi macabri. È la Guerra Fredda e in un laboratorio americano viene imprigionata una strana creatura marina, su cui vengono espletate violenze ed esperimenti. Sarà una donna delle pulizie, affetta da mutismo, a trovare il modo di comunicare con lui. La forma dell’acqua è un film tenebroso e colto, dai continui rimandi poetici, epici e biblici, con venature d’umorismo pirandelliano. È infatti l’anziano coinquilino della protagonista, omosessuale emarginato e artista incompreso, a…
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Lei è troppo per me
Lei è troppo per me, io sono un 5, al massimo 6, mentre lei è un 10 pieno. Bellissima, intelligente, perché mai dovrebbe interessarsi a me? È questa la semplice premessa della commedia di Jim Field Smith, che guarda con simpatia alla ragazza inarrivabile, costruendo la sua storia su insicurezze e complessi, soprattutto maschili. Una diversa prospettiva sul rapporto amoroso rispetto alle commedie sentimentali consuete, sviluppata i maniera divertente e non banale. La famiglia e gli amici di lei, ma anche l’ex ragazzo e la migliore amica di lei, sono il là per numerosi spunti comici, situazioni divertenti e imbarazzanti che accompagnano la visione dall’inizio alla fine.
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Colpo d’amore
Una coppia ormai separata si ritrova sul lastrico e per dare un futuro ai propri figli decide di rubare un diamante del valore di 10 milioni di dollari. Colpo d’amore (Love punch) vorrebbe unire commedia e azione, quella tipica dei caper movie, dando il ruolo dei rapinatori a due coppie di persone comuni. Il problema è che il buffo pretesto, che dà origine alla storia, non è quasi mai buffo e i connotati dell’organizzazione del furto e dello svolgimento sono grossolani e abbozzati. In poche parole rubare un diamante è facile come sgraffignare 5 euro a vostra madre. Poco da aggiungere sulla soggiaciuta love story, considerando che titolo e primi…
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The artist
Uno dei più celebri attori del cinema muto si ritrova emarginato dall’avvento del sonoro, che orgogliosamente si ostina a ripudiare. Parallelamente una giovane donna, che aveva aiutato, scala le gerarchie dello star system. The artist, amici miei, è una perla, una meraviglia purissima del cinema. Innanzitutto è stupendamente paradossale. Originalissimo, nonostante citi il cinema del finire degli anni 20, ispirandosi a esso nell’ambientazione, nello stile, ma anche nel formato. Come? Nonostante sia il 2011, Michel Hazanavicius e i produttori realizzano un film muto, come quelli dell’epoca raccontata, e per di più in bianco e nero. Un coraggioso rischio (rarissimo di questi tempi) che ha fruttato premi, consenso del pubblico e risultati…
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La bella e la bestia (2016)
Una delle favole più famose di sempre, riproposta in ennesime varianti nel corso della cinematografia. La Bella e la Bestia del 2016 prosegue l’operazione di trasposizione in live action dei classici Disney, ricalcando fedelmente, a eccezione di due canzoni in più, il cartone animato del 1991. Per questo motivo voglio parlare di buona, forse ottima, replica, riproduzione o restauro. Perché bene si può parlare di design, scenografie e costumi. Il resto nulla aggiunge e nulla toglie, rendendo arduo commentare il film quale opera cinematografica. Centrata invece l’operazione commerciale, che ha portato il film ad essere il maggiore incasso e successo dell’anno. Un piccolo piacere per chi vuole rivivere e ripercorrere…
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La versione di Barney
La storia della vita di un uomo. Ecco che cos’è La versione di Barney, trasposizione cinematografica del romanzo di Mordecai Richler. Il fulcro del film è quindi proprio lui, Barney, con la sua sregolatezza e l’insofferenza, con il suo istrionismo, le debolezze, i difetti e i pregi che tenta di tenere accuratamente nascosti. Giamatti con una grande prova interpretativa gli dà volto, fisicità, vita. Narrativamente il film è divisibile, anche troppo marcatamente, in tre parti. La prima, che corrisponde agli anni di gioventù e i primi due matrimoni, spiccatamente umoristica e divertente, senz’altro la più godibile e frizzante del film. La seconda, invece, rallenta il ritmo e in coincidenza con…
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Leon
Un romanzo di formazione brutale. Ecco che cos’è Leon, di Luc Besson. Maestria registica e una sceneggiatura dalle molteplici sfaccettature. Come un videogame all’inizio, poi primi piani e pezzi di volti ci presentano Mathilda, Leon e un villain superbo, interpretato da Gary Oldman. Mathilda è la perdita dell’innocenza. Allo stesso tempo è bimba, per l’orso, i giochi, l’emulazione dell’adulto e l’amore freudiano, ma con la sigaretta tra le labbra desidera anche l’età adulta, che ottiene in maniera efferata e violenta. Leon è invece l’acquisizione dell’innocenza, una umanizzazione in cui traspare l’importanza delle persone, di prendersi cura di qualcuno… e non di una pianta. Il tutto assume rilievo in una società…
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The millionaire
The millionaire trae spunto da una semplice e cruciale curiosità: come può sapere la risposta a tutte le domande un vincitore del quiz Chi vuol essere milionario? Ma soprattutto, e se quest’ultimo provenisse addirittura delle baraccopoli indiane? Fondandosi sull’incredibilità dell’evento, ma al tempo stesso la possibilità, come nei film d’avventura, Danny Boyle e Simon Beaufoy, autore della sceneggiatura, giocano sul sospetto dell’imbroglio e ci raccontano la storia dietro ogni domanda della scalata verso il milione. Il tutto viene rappresentato attraverso tre diverse temporalità, facendo sfociare la vicenda fondamentalmente in una storia d’amore, ma che ci narra anche delle ingiustizie, della povertà, delle scelte e della vita. Tutto funziona e l’idea viene…
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Sotto il cielo delle Hawaii
Inquadratura dello sguardo di lui, stacco, inquadratura dello sguardo di lei, stacco, silenzio, di nuovo lui, di nuovo lei… e l’ineluttabile senso di tediosità che si fa spazio in noi. Sotto il cielo delle Hawaii Cameron Crowe dirige un film senza alcun senso di esistere e senza alcuna idea che emerga dalla visione. Possiamo solo fare supposizioni. C’è una storia d’amore, forse un triangolo… ma poi no, meglio di no. Un rapporto padre e figlia (mai conosciuta) appena abbozzato, che prova miseramente a commuoverci nel finale. Poi addirittura il tema di una missione nello spazio e una sorta di misticismo legato agli abitanti della Hawaii. Solo alla fine del film…