Scadenza

  • barbecue
    2014,  Ridere,  Riflettere

    Barbecue

    Manie, difetti e problemi sono al centro di questa commedia, riuniti tutti insieme, davanti a un barbecue, per dirci che è l’uomo ad essere così, che non esiste la persona perfetta, ma esiste chi ci vuole bene. In Francia dimostrano ancora di avere buon gusto per la commedia e, in questo caso, anche un acutissimo spirito d’osservazione sull’uomo. Barbecue è dunque una commedia piacevole, che probabilmente non fa il salto di qualità perché è proprio ciò che vuole essere: quello che c’è fuori dalla porta di casa tua e non nel proiettore di una sala cinematografica.

  • source code
    2011,  Avventurarsi,  Sorprendersi

    Source Code

    È il solito leitmotiv, quello della giornata ripetuta più volte, qui 8 minuti, ma attualizzato, “fantascientificizzato” verosimilmente e condito da un po’ di salsa romance e alcune storyline di contorno, legate al protagonista, di impatto. L’inizio lascia spaesati, noi come Jake Gyllenhaal, il finale invece esplode nell’inaspettata sorpresa e in un epifanico incastro che innalza il tutto. Uno dei miei preferiti, di questi ultimi anni, di questo genere.

  • il ragazzo invisibile
    2014,  Diventare eroi

    Il ragazzo invisibile

    I supereroi, infine, ce l’hanno fatta e sono entrati anche nel cinema italiano, un cinema caratterizzato da un panorama non particolarmente eterogeneo nei generi. Lo hanno fatto tuttavia in punta di piedi, senza combattimenti marziani, ma con la sensibilità di un ragazzo. Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores è l’incarnazione supereroistica di una fase dell’adolescenza, del desiderio di sfuggire ai bulli, ma al contempo di farsi notare da una ragazza e di sopperire alla mancanza del padre. Per questo, l’invisibilità è concetto pregno di significati. Tra esplicite citazioni e un’apprezzabile attenzione alla musica, Il ragazzo invisibile, nonostante alcune imprecisioni, le poche palpitazioni e una recitazione forse non troppo professionale, direi televisiva, è…

  • The Hungover Games
    2014,  Meglio mai che tardi,  Ridere

    The Hungover Games – Giochi mortali

    Guardi Angry Games – La ragazza con l’uccello di fuoco, parodia di Hunger Games e non puoi negare l’evidenza che sia una trashata. E così decidi di fare la tua parodia, The Hungover Games, unendone la trama a quella di Una notte da leoni. E così realizzi una seconda trashata. È facile fare parodia, è difficile farlo con stile, umorismo e una vena d’intelligente satira.

  • Mission Impossible - Rogue Nation
    2015,  Avventurarsi,  Il caricatore

    Mission Impossible – Rogue Nation

    Il quinto episodio della saga, Mission Impossible – Rogue Nation, non è una scatola chiusa, da aprire, ma una serie di piccole, non così piccole, missioni impossibili costellate lungo l’arco del film, volte a smascherare i sotterfugi orditi dal cattivone di turno, che è Paolo Bonolis. Non è nulla di particolarmente nuovo, ma Rougue Nation riesce a intrattenere efficacemente, con ottime scene d’azione e qualche picco, raggiunto da un paio di trovate spiazzanti. Coinvolgente e affascinante la scena al Teatro dell’Opera di Vienna, fantastico Tom Cruise, che ha voluto girare personalmente tutte le scene. Si è attaccato al portellone di un aereo in movimento, ha seguito un training per correre…

  • Pan - Viaggio all'isola che non c'è - film
    2015,  Avventurarsi,  Fantasticare

    Pan – Viaggio all’isola che non c’è

    Hey ho! Let’s go! Al grido inneggiante della ciurma, tuffiamoci insieme a un Peter, che ancora non sa d’esser Pan, in uno sgargiante e avventuroso divertissement, che in talune scene chiede d’esser visto in tre dimensioni. John Powell ci coinvolge e sprona con la sua musica, mentre Joe Wright si permette di lasciare le immagini al suono, con la spettacolare entrata in scena di Barbanera e i pirati che accolgono i bambini cantando a squarciagola Smells like a teen spirit dei Nirvana e osannano il capitano sulle note dei Ramones. All’alba della leggenda, Pan – Viaggio all’isola che non c’è, prova a essere diverso e, insieme al suo Indiana Uncino Jones, riesce ad…

  • il grande lebowski recensione film drugo
    1998,  Almeno una volta nella vita,  Avventurarsi,  Investigare

    Il grande Lebowski

    Il grande Lebowski parte dalle parole. Dalla scrittura. Da lì si visualizza, tramite la regia inusuale, si ascolta. Soprattutto Creedence ed Eagles, le cui canzoni fanno parte della storia. I fratelli Coen riuniscono un cast di bravissimi attori, ai quali mettono in bocca dialoghi superlativi e personaggi da indossare assurdi ma incisivi, figurine così esagerate, ma al contempo radicate nell’essere dell’uomo. Quando Drugo (Dude) sviene, non v’è il buio, ma lo sbizzarrirsi di Joel Coen, che dipinge con la cinepresa una serie di quadri surrealisti. La storia invece, quella su cui si ricama tutto, quella de Il grande Lebowski, tra ammiccamenti, irriverenza e ironia, falsi indizi e piste false, implode su sé stessa.…

  • Pixels
    2015,  Alienarsi,  Avventurarsi,  Ridere

    Pixels

    Traendo spunto da un cortometraggio francese, Chris Columbus confeziona un buon film, pantomima delle invasioni aliene, ma con l’originale e simpatica peculiarità dei videogame anni 80. Pixels ha la struttura del videogame e procede di livello in livello in maniera fluida, con un buon ritmo, mai stanco, e un cast spigliato e a suo agio. Leggero, divertente e riuscito.

  • project almanac
    2015,  Avventurarsi

    Project Almanac – Benvenuti a ieri

    Ovvero, l’amore ai tempi dei viaggi nel tempo. Perché, quando hai una macchina del tempo a disposizione, la cosa più importante da fare è tornare indietro per limonare. Con la tecnica del found footage, guardare Project Almanac è come stare in alto mare, è una visione fisica. Continui sono i pretesti, all’interno della narrazione, per rimarcare che si tratta di ripresa a mano, nonostante la poca credibilità di ciò, viste le inquadrature, e l’incredibilità che qualcuno possa filmare tutto. I viaggi nel tempo invece sono un po’ come la pallina di un flipper, si va di qua, di là, si ritorna lì, a volte cambia qualcosa altre no e non…

  • Predator
    1987,  Alienarsi,  Il caricatore

    Predator

    Una giungla insidiosa e una selva di proiettili, tra muscolarità, azione e un arcano. Perché Predator è un cult? Esordendo come un film di guerra, nell’usuale, procede lentamente verso la svolta, senza schiaffarcela in faccia, ma con un soggiaciuto mistero, perché non è l’uomo il predatore e la creatura non è solo un mostro. Si crea efficacemente fascino e tensione intorno ad essa, anche con ottimi effetti speciali, mai esagerati, ma sempre utili al fine. Infine, eccezionale, il duello finale, epico scontro che tiene inchiodati alla poltrona, con uno straordinario Schwarzenegger. Per questi motivi il Predator di McTiernan è un cult.

  • the guardian
    2006,  Avventurarsi,  Commuoversi

    The guardian – Salvataggio in mare

    Avremmo preferito vederlo intitolato “La leggenda del pescatore di uomini”, ma ci accontentiamo di The guardian – Salvataggio in mare, perché ciò che conta, in fondo, è la storia. Una storia che unisce il duro addestramento, memore di Ufficiale e gentiluomo e Full Metal Jacket, e il rapporto umano più profondo, in parte quello amoroso, ma soprattutto quello di amicizia che nasce e si sviluppa tra discepolo e maestro. È lì, nei suoi due personaggi principali e nel rapporto quasi paterno, che sta il fulcro emotivo e d’interesse del film, che gira proprio intorno alle storie di Ashton Kutcher e Kevin Costner, convergenti e pedisseque. Il primo è un cadetto…