Scadenza

  • La famiglia Bélier
    2014,  Cantare,  Ridere

    La famiglia Bélier

    Una famiglia di normali e divertenti sordomuti. A essere normali lo dicono loro e infatti così viene rappresentata la famiglia Bélier: niente drammoni, niente compassione. Anzi, i genitori di Paula si disperano, perché lei ci sente come tutti gli altri e soprattutto perché sente le baggianate che dicono tutti gli altri. Al regista bastano pochi epifanici secondi, verso la fine del film, mentre Paula finalmente esegue il suo atteso duetto, per calarci direttamente nella loro situazione: spegne il volume. Gli attori, fantastici, senza parlare riempiono la cinepresa esprimendosi con la fisicità, diventando quasi logorroici. Godibilissima la colonna sonora. Bello il film.

  • butter
    2011,  Riflettere

    Butter

    Una bambina adottata entra in competizione con una donna molto ambiziosa in una gara di sculture di burro… Attorno a questo concorso viene creata una enorme manifestazione e si fa di tutto per vincerla, ostacolando illecitamente la bimba, facendo propaganda, discorsi elettorali, boicottando, imbrogliando. In Butter il riferimento sembra proprio essere quello delle elezioni presidenziali, ridimensionandole goliardicamente. Il problema di Butter (se tale può essere considerato) è forse il suo essere atipico, oltre che mancante d’azione o di grandi colpi di scena. Tuttavia si tratta di un film intelligente, satirico, critico al moralismo e all’ipocrisia, diretto al cuore della società statunitense.

  • grand budapest hotel
    2014,  Almeno una volta nella vita,  Avventurarsi

    Grand Budapest Hotel

    C’è molto di bello: dalla sceneggiatura al montaggio, dai costumi di Milena Canonero ai dialoghi. Tanto che bisognerebbe chiedersi cosa, in questo film, non lo è. L’abilità nel narrare, unita al surreale umorismo di Wes Anderson, creano un mondo fantasioso, che risponde a un requisito da ammirare spassionatamente: originalità. Lo stile del regista è inconfondibile: i colori, le inquadrature, le simmetrie, i movimenti di macchina. Il fantastico è improbabile, ma verosimile, e si vela di malinconia come ciò che appartiene al reale. Estetico, scenografico, preciso, logorroico, ironico, sarcastico, grottesco. Benvenuti al Grand Budapest Hotel.

  • Piranha 3DD
    2012,  Meglio mai che tardi,  Spaventarsi

    Piranha 3DD

    Inspiegabile. Inspiegabile come possa essere stato finanziato, trasmesso, guardato. Per la cronaca, l’hanno fatto gli americani e il 95% di chi l’ha visto vive fuori dagli USA. Ah e c’è pure Mitch di Baywatch, che si è beccato una nomination come peggior attore non protagonista ai Razzie Awards.

  • Pirati! Briganti da strapazzo
    2012,  Ridere

    Pirati! Briganti da strapazzo

    Pirati, scienziati, animali estinti e personaggi storici. Sapevate che esiste il premio per il pirata dell’anno? E che Charles Darwin è innamorato della regina Vittoria? L’umorismo, davvero sottile e intelligente, si abbina all’avventura, intrapresa da personaggi ben caratterizzati e spassosi. Citazioni e stereotipi, ma anche tecnologia e artigianato. Stop motion, CGI e pupazzi, per i quali ad esempio sono state create ben 6818 bocche. Riconoscerete subito, visivamente, che si tratta dei creatori di Galline in Fuga, Wallace & Gromit e Giù per il Tubo. Beh, se vi erano piaciuti questi film, guardatevi questo, perché è ancora meglio. E poi ci sono i pirati. Numero 2, Capitan Pirata, Re pirata, Pirata…

  • secretary
    2002,  Scaldarsi

    Secretary

    50 sfumature di grigio? Va bene, se lo dite voi. Ma se con il vostro fidanzato giocate al capo e la segretaria, avete veramente una relazione con il vostro superiore, vi piace il sadomaso, o semplicemente volete vedervi un buon film di questo genere, senza poi pensare di aver buttato via il vostro tempo, allora c’è Secretary. La relazione sessuale sadomasochista sul posto di lavoro non è certo una novità e in questo precedente filmico del 2002, con Maggie Gyllenhaal, i tabù, la sessualità e l’amore corrono sempre sul diario della commedia, senza mai scadere nella banalità o nella volgarità.

  • Zathura
    2005,  Avventurarsi,  Fantasticare

    Zathura – Un’avventura spaziale

    Zathura è uno di quei rari casi in cui il bis non annoia, ma piace quasi quanto è stata buona la prima. Riprendendo il soggetto di Jumanji e traslandolo nello spazio, basandosi su un libro del medesimo autore (Chris Van Allsburg), il gioco continua e ci divertiamo ancora. Quando la fantasia e il racconto superano gli effetti speciali. E poi Josh Hutcherson non deve essere salvato dagli Hunger Games e Kirsten Stewart non si innamora di nessun vampiro.

  • Le quattro piume film recensione
    2002,  Avventurarsi,  Commuoversi

    Le Quattro Piume

    Quattro piume bianche a simbolo di codardia, per una storia di coraggio, amicizia, onore. Quando dire no alla guerra è intelligenza, velata critica e non vigliaccheria. Le quattro piume sembra un film d’altri tempi, quasi letteratura. Concetti e tematiche superate nel cinema d’oggi? Forse. Un difetto? Sì, ma della cultura cinematografica. Il film, infatti, emoziona e le azioni del disertore Harry restano nel cuore. È il 1884 e Harry, a pochi passi dalle nozze, viene chiamato alle armi in Sudan. Rifiutandosi di scendere in battaglia, viene ripudiato dai commilitoni e dalla fidanzata. Ma la sua storia è appena agli inizi. E che storia.

  • 10 cose che odio di te
    1999,  Innamorarsi

    10 cose che odio di te

    Una shakespeariana bisbetica domata, una ragazza dai capezzoli al gusto birra, un padre paranoico e tanti amori giovani. Se vi piacciono i Teen Movies, ma non le facili volgarità, le gag di cattivo gusto e ragazzi nerd che bramano la perdita della verginità, 10 cose che odio di te è il film che fa per voi. Assolve al suo compito e lo fa bene. Heath Ledger e compagnia bella vi costringeranno con garbo a innamorarvi e divertirvi. Ps: tranquilli, non esistono i capezzoli al gusto birra.

  • Il paradiso degli orchi
    2013,  Ridere

    Il paradiso degli orchi

    Dopo 30 anni dalla sua nascita per penna di Daniel Pennac, Malaussène, capro espiatorio di professione, lascia la carta per la pellicola e ci introduce Il paradiso degli orchi. Umorismo, situazioni grottesche, colori saturi e una famiglia assurda ridisegnano un bestseller in maniera fresca e spiritosa. I francesi hanno stile nella commedia cinematografica e il film risulta essere un piacevole intrattenimento, che potrebbe con naturalezza essere un cartone animato. “Ho visto molte cose orribili nella mia carriera, ma il suo pigiama porta a casa il primo premio”. Ecco dunque cosa aspettarsi da questa trasposizione cinematografica: risate leggere come variopinte farfalle e terribili pigiami.