Riflettere
I film che fanno riflettere, durante e dopo la visione.
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The master
The master è un bel film? Sarebbe banale rispondere sì o no. Dipende da cosa cercate guardando questo pezzo di cinema di PT Anderson.
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L’uomo che fissa le capre
Un giornalista interpretato da Ewan McGregor scopre dell’esistenza di una task force americana composta da uomini in grado di realizzare cose incredibili solo con l’uso della psiche. L’uomo che fissa le capre di Grant Heslov non è parodia né opera satirica, semplicemente si limita con successo a fare il verso. In questo modo, emulando ed esagerando, sottolinea e pone in evidenza con una risata gli aspetti ridicoli dell’esercito americano, delle forze militari speciali e anche di una certa idea di super soldato americano. La comicità è quindi spesso demenziale e assurda, supportata da una buona sceneggiatura e da un grande cast che comprende George Clooney Kevin Spacey Jeff Bridges e lo…
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The war – Il pianeta delle scimmie
Con The war - Il pianeta delle scimmie, Matt Reeves chiude la nuova trilogia e riesce a mantenere assolutamente alto il livello qualitativo del franchise.
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Pallottole su Broadway
David Shayne è un drammaturgo, autore di un’opera teatrale che considera un piccolo capolavoro, frutto del suo genio incompreso. Dalla stesura alla messa in scena non è però una passeggiata e deve scontrarsi con la realtà della vita, fatta delle moine e furbizie degli attori, di interessi economici e di quelli di un famigerato boss mafioso. Woody Allen realizza una commedia apparentemente leggera, divertente e spigliata, ma che dietro al sipario riflette ironicamente sull’artista. Le pallottole su broadway sembrano talvolta punzecchiature dirette agli intellettualoidi, a chi crede che arte sia complicare, esprimersi a paroloni, eccedere in leziosità e barocchismi. Mentre Allen ci dice che l’ispirazione è nella vita quotidiana e…
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Il caso Spotlight
Un gruppo di giornalisti del Boston Globe, condotti da un nuovo direttore, decidono di affrontare un’inchiesta sugli abusi sessuali da parte di alcuni preti nei confronti dei bambini, rivelando via via il caso Spotlight. È una storia (purtroppo) vera e una storia che è stato giusto raccontare, scegliendo di farlo con gli sviluppi di una vera e propria inchiesta giornalistica. Immagino per scelta, il film si concentra molto sulla prospettiva giornalistica, mancando nella carica emotiva e drammatica che questo scandaloso tema si trascina dietro. Oscar come miglior film del 2015. Probabilmente non lo era, ma sicuramente è un film da annotare sul taccuino cinefilo.
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Match point
Un Woody Allen asciutto, cinico, elegante. Match point per lui, signori. Il film è un vero è proprio dramma umano, dove i rapporti sono malati, morbosi, così come i personaggi sono travagliati, ossessivi, affascinanti e imperscrutabili. Ottimamente interpretati. In particolar modo Jonathan Rhys Meyers dona il volto e soprattutto lo sguardo, velato e oscuro, a un istruttore di tennis arrivista e ammaliante. Woody riprende Dostoevskij, di cui è appassionato proprio il suo protagonista, Chris, e in particolar modo la sua storia si fonda sul Delitto e castigo, invocando esplicitamente sul finale “un qualche piccolo segno di giustizia”. Ma c’è? Esiste la giustizia? La metafora della palla da tennis che si fa anello, chiudendo…
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La calda notte dell’ispettore Tibbs
Era il 1967, l’anno prima della morte di Martin Luther King, e al cinema usciva La calda notte dell’ispettore Tibbs, film poliziesco incentrato sul tema del razzismo, che riesce a coinvolgere e colpire il pubblico su scala mondiale. Oggi, il film di Jewison mantiene ancora la sua grande forza e (purtroppo) un radice di attualità. Ci riesce perché il suo messaggio è potente ed espresso con incredibile eleganza, come l’abito di Virgil Tibbs, riuscendo al tempo stesso a non sminuire o disperdere nella foga del concept la trama del giallo. All’antirazzismo, unisce inoltre una critica lampante a un certo provincialismo, proprio di alcune cittadine dove la mentalità è fortemente limitata…
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Thelma & Louise
Al di là dei gusti, Thelma e Louise hanno lasciato una evidente traccia non solo nella storia del cinema, ma anche nella nostra cultura. Ecco perché.
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Radio days
Ah i giorni della radio… Woody Allen ci racconta un trancio di storia, vissuto attraverso la radio. L’udito è il senso principale di questo film, innanzitutto per la voice over che racconta, lega le scene e ne dà il ritmo, in secondo luogo dalla musica, che pervade completamente tutto il film. È sempre grazie alla radio e ai suoi programmi che vengono descritti anche i personaggi e raccontata la loro vita, quella di una famiglia comune. Radio days mostra infatti i due mondi al di qua e al di là del medium, mostrandoci chi ascolta e dando un corpo e un’anima alle voci che ascoltiamo. Ricordi biografici si mescolano ai fatti…
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Hannah e le sue sorelle
Hannah e le sue sorelle è un film tragicomico, come una risata isterica in un momento di crisi, inteso come vuole la sua etimologia greca, ovvero di profonda lucidità. Coraggioso per la scelta di parlare delle più recondite pulsioni dell’animo umano, dei quesiti che ci turbano, e di farlo con umorismo. Una personale riflessione per immagini che non può divertire o intrattenere con un certo ritmo per sua stessa genesi e che, anzi, riporta alla mente quei pensieri che scacciamo in una stanza della mente. La caratterizzazione dei personaggi è magistrale: quello interpretato da Woody Allen stesso, portatore non sano di ciò che ci siamo appena detti, e quello interpretato dal…
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Codice d’onore
Lealtà, giustizia, appartenenza e umanità nel caso di omicidio di un marine. Codice d’onore è un film che vi farà voglia di prendere l’avvocatura: un caso intrigante e al tempo stesso chiaro, perfettamente delineato nel suo sviluppo. Personaggi caratterizzati con gran maestria nella psicologia e nelle azioni lasciano il segno, così come i dialoghi tra loro, pungenti, scoppiettanti, ritmati. Impossibile non simpatizzare e tifare per il giovane avvocato Tom Cruise, splendido Jack Nicholson nei panni di un generale, la cui caratterizzazione è proprio l’elemento da cui scaturisce il colpo di scena finale. È chiara infine una critica al militarismo e proprio al codice d’onore. Gran bel film ragazzi.
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Perfetti sconosciuti
Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese è un film sagace, abile nel cogliere un aspetto della nostra vita, ma anche della società attuale, e farne un film. Il suo primo pregio è quello di essere commercialmente globale, come testimoniamo le repentine richieste dall’estero di acquistare la sceneggiatura. La semplice idea messa in atto (e ben sviluppata) tocca infatti moltissimi, sfiorando i sospetti e le nevrosi di molti legati ai moderni media e le doppie, triple identità che con essi ci costruiamo. Il meccanismo con cui viene sviluppata la storia non è distante dalle comuni commedie di equivoci italiane, ma viene traslato principalmente in due ambienti, la sala da pranzo e quello virtuale dello…