Scadenza

  • tomorrowland
    2015,  Fantasticare

    Tomorrowland

    Tomorrowland è la spiegazione fantasy che la Disney dà ai mali attuali, basandosi sulla teoria psicologica della profezia che si autoavvera. La scrittura del film, tuttavia, fa fatica a star dietro alle sue idee e presenta dei problemi di incoerenze. Essa infatti, cosa affatto semplice, deve impedire al fruitore di porsi domande sugli incastri della trama, concedendo quelle interpretative: ma perché è successo così se…? ma non aveva detto che…? Le scene migliori del film sono quelle d’azione, di cui la più divertente è quella in casa di Frank, interpretato da George Clooney. La protagonista invece, Britt Robertson, ancora fatico a comprendere perché venga definita speciale, quando il suo unico…

  • Gemma Bovery
    2014,  Innamorarsi

    Gemma Bovery

    Il film vorrebbe essere come Gemma Bovery definisce Madame Bovary: “non succede niente, ma è interessante”. L’interesse tuttavia colma gli occhi del protagonista, ma molto meno quelli dello spettatore, offuscati invece dalla noia. L’idea di fondo è intrigante, ma si fatica a seguire i riferimenti letterari all’opera di Flaubert e il film non semina svolte narrative particolarmente inaspettate o emozionanti. Non v’è nulla di contestabile o di eccessivamente criticabile, tuttavia Gemma Bovery non regala nemmeno guizzi, non osa. Particolare invece il finale, intrigante anche nel montaggio e l’alternarsi delle prospettive. Tra i punti di forza anche il capezzolo di Gemma Arterton a metà film.

  • sei giorni e sette notti
    1998,  Avventurarsi,  Innamorarsi

    Sei giorni e sette notti

    Per sei giorni e sette notti ricorderete questa commedia, poi finirà ineluttabilmente in quell’area oscura del vostro cervello chiamata “dimenticatoio dei film”. Un uomo e una donna soli in un’isola, un po’ di avventura, davvero poco credibile, e un taglio romantico, vanno a unirsi per formare un film che ricorda All’inseguimento della pietra verde, ma che si arresta ben prima di raggiungerla, accontentandosi di essere leggero senza incidere e cercar di distinguersi. I momenti più piacevoli risiedono nei battibecchi, mentre la cosa che mi è piaciuta di più del film è il font in locandina. Film da merenda al pomeriggio, dove la mortadella del vostro sandwich potrebbe però distrarvi.

  • biancaneve e il cacciatore
    2012,  Fantasticare

    Biancaneve e il cacciatore

    Biancaneve e il cacciatore, di Rupert Sanders, lascia il tempo che trova, ed è il tempo della moda piuttosto che del buon cinema. Nella ormai dilagante pratica di riproporre i classici Disney in salsa rosa, barbecue e al tonno, Sanders ha per lo meno il merito, al di là della resa finale, di nutrire un’idea di rielaborazione, scelta in chiave dark, senza timore di soffermarsi anche sul macabro. Le caratterizzazioni si modernizzano e modificano, così come alcuni passaggi di trama sia disneyana che “Grimmesca”. Ottimo visivamente, Biancaneve e il cacciatore resta a lungo intrappolato nella foresta nera e l’avventura non coinvolge pienamente, l’emozione non coglie per nulla. La faccia perennemente contrita di…

  • Warcraft
    2016,  Avventurarsi

    Warcraft – L’inizio

    Mi viene il dubbio che Warcraft – L’inizio sia un film rivolto ai giocatori del videogame e da loro unicamente godibile. Sì, perché a noi profani non sono date motivazioni, spiegazioni o introduzioni di sorta. Si dice che il regista, Duncan Jones, sia un fan della saga e forse questa è stata proprio l’arma a doppio taglio. Warcraft si salva dal punto di vista grafico e nel design degli orchi, ma vedere non basta, senza una storia sufficientemente convincente, coinvolgente e coerente. I personaggi non hanno una evoluzione nel corso della storia e quel poco che viene rappresentato non genera empatia, come nel caso del mago Khadgar, i cui progressi sono dati…

  • il libro della vita
    2014,  Fantasticare,  Innamorarsi

    Il libro della vita

    Prima de Il libro della vita, non s’è mai visto un film d’animazione parlare della morte con tale leggiadria (ma non leggerezza), sfiorando solo per pochi attimi la malinconia, distraendo subito con una risata. Dall’incontro tra la cultura messicana e l’epica classica, con una scommessa tra Dei, scaturisce una storia d’amore e d’avventura. Seppure intagliati nel legno, come marionette in mani altrui, i protagonisti hanno una morbidezza espressiva verso la quale è impossibile non simpatizzare e si muovono nella ben architettata storia come gli arzigogoli disegnati sul loro volto e sui loro vestiti. Dalla rappresentazione all’intreccio, bene, benissimo, signor Jorge Gutierrez.

  • Il grande Gatsby
    2013,  Riflettere

    Il grande Gatsby

    Il grande Gatsby di Baz Luhrmann è vista e visione, uno sfoggio di costumi e di scenografia, aspetto in cui il regista è estremamente bravo, un film che esprime vuotezza e prova a riprendere così i temi di Francis Scott Fitzgerald, ma che invece si traduce in un film talmente vestito da essere ossimoricamente spoglio, senz’anima. Luhrmann sa organizzare delle belle feste, ma il party è frivolo, estremamente noioso. Due ore e venti minuti che mettono alla prova. Una sbronza che il giorno dopo fatichi a ricordare. Simile in alcuni aspetti e scelte a Moulin Rouge!, che fa da traccia, un po’ come stampo della poetica del suo autore, ma non…

  • INKHEART
    2008,  Avventurarsi,  Fantasticare

    Inkheart – La leggenda di cuore d’inchiostro

    Inkheart, tra realtà, cinema e letteratura, si propone come fantasy leggero d’evasione, che però anziché brioso risulta piuttosto confuso. Non possedendo come base la conoscenza del romanzo, è comunque evidente come la resa filmica sia un insieme disordinato e confuso di elementi fantasy, tra cui anche delle buone intuizioni, gettate dentro al frullatore. Oltre ad alcune incoerenze, un superpotere non ha mai avuto così poco fascino e appeal in un film. Il finale infine, drammaturgicamente, è il peggio che si potesse fare, risolvendo ogni situazione e ostacolo pronunciando qualche parola. Di tensione, pathos o semplice coinvolgimento dello spettatore non se ne può proprio parlare.

  • Moulin Rouge
    2001,  Cantare,  Innamorarsi

    Moulin Rouge!

    Benvenuti al Moulin Rouge! Baz Luhrmann vi accoglie con movimenti di macchina e montaggio frenetici, ubriacanti, creando un’orgiastica frenesia che ci immerge in un mondo caleidoscopico, irreale, saturo. È qui che si svolge la storia d’amore fuori dal tempo, interpretata dai bravissimi Ewan McGregor e Nicole Kidman, di fronte a uno scenario teatrale e delle scenografie arzigogolate, dense. Splendida e originale è la scelta delle canzoni, senza timore di avere realismo cronologico, con interpretazioni e medley brillantemente tessuti nella storia. Il film subisce una flessione quando vira, improvvisamente e in forte contrasto con una prima parte ironica e spigliata, su toni più seri e sulla tragedia teatrale. Moulin Rouge! ce la fa,…

  • bandslam
    2009,  Cantare

    Bandslam – High school band

    Bandslam ama School of rock e inizia seguendone i dettami, prendendolo come ispiratore. Si perde poi in un limbo nella parte centrale, dove i temi del teen drama, in particolare la componente sentimentale, prendono il sopravvento. In questo si sfuma un po’ lo spirito del film, seppure la situazione di triangolo creata è a tratti divertente. Mica male in effetti, una forma geometrica, con Vanessa Hudgens e Alyson Michalka. Sarà soprattutto il ragazzo a seguire in prima persona la storia, che rappresenta sogni giovanili e maschili comuni. Bandslam tocca anche temi delicati, in questo caso in modo semplice e incisivo. Stando al suo posto. Riprende infine la carreggiata rock e School…

  • Aliens
    1986,  Alienarsi,  Il caricatore

    Aliens – Scontro finale

    Come fare il seguito di un film cult come Alien, senza scadere nel ripetitivo o agiarsi nella popolarità? Beh, basta aggiungerci una “s” e affidarlo a James Cameron! Aliens – Scontro finale, pur restando nella fantascienza, scivola via dal genere horror e si identifica come film di guerra. La regia è favolosa, gli effetti speciali brillanti, o forse sarebbe meglio dire oscuri, realizzando uno spettacolo visivo con soli 6 costumi di alieni. I tagli della versione commerciale, assottigliano Ripley, che invece nella versione integrale acquisisce più femminilità, con un lato materno che dà spessore alla sua caratterizzazione. Un super finale chiude il tutto, con una straordinaria regina aliena. Una chicca per alcuni, da…