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Zoolander 2
Zoolander 2 è una cagata pazzesca. Non che Zoolander numero uno brillasse particolarmente, ma era comunque una commedia (volutamente) stupida con un suo confezionamento e ragion d’essere, che a tratti sapeva far divertire. Il numero 2 è assolutamente improponibile, un accumulo di camei di star che stroppia, che non riescono più a stare all’interno della stessa stanza filmica e a rendere sopportabile la visione, tanto che viene quasi da dispiacersi per quelli che ci stanno simpatici e sono apparsi in questo film. Assolutamente è assente ogni forma di trama, anche puramente abbozzata. Infine, non da ultimo, ma molto importante, non fa mai, e dico mai, e sottolineo mai, e ribadisco mai,…
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Case da cinema: Will Smith
Il principe di Bel Air vive in una reggia, non c’è dubbio, ed è proprio casa sua. Si trova a Calabasas, vicino a Malibu, in California ed è talmente grande che se uno dei suoi figli dovesse scappare di casa… sarebbe ancora a casa. La leggenda narra che il giovane Jaden Smith non possa mai separarsi dal suo skateboard, non per passione, ma per arrivare a tavola in tempo quando mamma Jada grida “tra 5 minuti è pronto”. Ecco una stanza fondamentale: la sala di meditazione. E io che ho sempre pensato che anche i vip riflettessero sotto la doccia. Uno studio di registrazione. Ovvero dove si va dopo aver…
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Uno sparo nel buio
Uno sparo nel buio è il secondo film di Blake Edwards della saga della Pantera Rosa. Un film dove la comicità dell’ispettore Clouseau è talmente esagerata e fumettistica nella sua imbranataggine da risultare talvolta un po’ troppo incredibile anche per la risata di gusto, nonostante Peter Sellers sia comunque bravissimo nel ruolo. Mentre il film gioca, oltre che sulla figura del protagonista, su gag ripetute e sulla parodia di alcune scene tipiche dei gialli (come la riunione finale in un’unica stanza), il giallo viene piuttosto sbrigativamente smarcato nel finale, quando avrebbe potuto essere più intrigante senza portar via spazio alla comicità, che è naturalmente il motore del film. Tuttavia, funziona ugualmente la sorpresa finale, che con…
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The prestige
Un film scritto splendidamente, riuscito come un trucco di magia. The prestige ci dice e ci mostra: la verità è lì davanti ai nostri occhi, come nel prestigio da palcoscenico. Eppure Christopher Nolan ci inganna, spingendoci a credere ciò che il protagonista vuole credere. I flashback non distraggono come l’assistente di un mago, ma intrigano il mistero e al tempo stesso compongono il puzzle, facendo procedere la storia e regalando il brivido di piccoli trucchi svelati, in attesa del più grande. Proprio il finale infatti è sorprendente e manipolato per noi a meraviglia. A impregnare ulteriormente di fascino la vicenda c’è il tema del duello, tra due prestigiatori che si…
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Caccia al ladro
Alfred Hitchcock mette da parte la suspense per l'amore e l'umorismo, realizzando Caccia al ladro con Grace Kelly e Cary Grant.
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Ladykillers
E se Dio davvero punisse i cattivi e premiasse i buoni, cosa succederebbe? Dietro questa domanda i fratelli Coen con Ladykillers costruiscono una risposta filmica pregna di black humour e di scene scorrette, costringendoci ad amare e tifare per la banda di disastrati rapinatori, piuttosto che per l’irritante religiosa donna. Una regia metaforica e allegorica mostra meravigliosamente e svela al momento giusto, supportata da una sceneggiatura irresistibile, dove spiccano le caratterizzazioni quasi caricaturali ma incisive dei rapinatori, in particolar modo il loro capo, con i suoi dialoghi, in realtà monologhi, trascinanti e intelligentemente spassosi. Gli ostacoli, gli imprevisti, sono la miccia del film, splendidamente orchestrati per tenerci in tensione e allo stesso tempo tendere i…
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Tutte lo vogliono
Beato il buon Enrico Brignano, tutte lo vogliono! È un equivoco l’incidente scatenante della storia che fa si che Vanessa Incontrada lo creda un guru del sesso. Da qui in poi il film procede cercando la battuta maliziosa, giocando perennemente sull’equivoco. Tra i meriti c’è senza dubbio il non scadere mai nella volgarità o nel ridicolo, un passo falso non difficile da compiere, riuscendo a mantenere un tono scanzonato. Dall’altro lato il film non lascia il segno con battute memorabile e grasse risate. C’è anche un tentativo di finale a sorpresa, che purtroppo si esaurisce in una battuta di Brignano e avrebbe potuto essere orchestrato in maniera più efficacie.
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Torno indietro e cambio vita
No, non serve nessun click, semplicemente torno indietro e cambio vita. I Vanzina pigliano un po’ qua e un po’ là le idee e dal collage salta fuori una piacevole storia d’amore, che devo ammettere non si lascia mai insultare, ma risulta pure spiritosa, anche e soprattutto per merito dei protagonisti, in particolare Raoul Bova e Giulia Michelini. Anche se (c’è sempre un anche se) mi chiedo come mai i personaggi continuino a farneticare e dire che hanno quarant’anni nonostante siano consci che si trovano nel passato. Probabilmente perché se no mancherebbe lo spunto per la gag. Gli anni 90 non entrano nel film come dovrebbero, ma restano un vago scenario…
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Rischio a due
Come fa a beccare tutti i risultati? Perché non scommette anche lui? Ecco, se evitate di porvi queste domande potete anche guardare Rischio a due. Un discreto film sul mondo delle scommesse con due grandi attori: Matthew McConaughey e Al Pacino, il cui personaggio è la variabile impazzita del film e anche colui che lo sorregge dall’inizio alla fine, grazie alla caratterizzazione sopra le righe e l’ottima interpretazione. Tornando al film invece, è senza dubbio più interessante quando si comincia a perdere. Si poteva osare ancor di più? Assolutamente sì. Inoltre, alcuni dettagli entrano ed escono dalla storia senza la giusta giustificazione. È il caso, ad esempio, di un ricchissimo cliente…
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American gigolò
American gigolò, ovvero il bello e giovane Richard Gere nella interpretazione che lo rese gigolò del cinema. Il film è soprattutto il fascino disincantato e vanitoso del suo personaggio, materialista e ed elegante, vestito in ogni scena di tutto punto da Giorgio Armani. E naturalmente per il suo pene al vento davanti alla finestra. La sceneggiatura di Paul Schrader prende spunto da Diario di un ladro del francese Robert Besson ed è un lentissimo bollire e ribollire di languidi sguardi e inquadrature frammentate di corpi nell’attesa della svolta, che finalmente giunge quasi a metà film. L’uomo moderno Julian, amato per l’apparenza, scopre la fragilità dei propri rapporti umani nel tentativo sempre…
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I 10 indimenticabili sguardi in macchina
Ah lo sguardo nei film: il nostro verso lo schermo, una finestra verso altri mondi, ma anche quello dei personaggi che li vivono. C’è tuttavia uno sguardo proibito al cinema. Si tratta della sguardo in macchina, o in camera, ovvero quello in cui l’attore guarda direttamente verso di noi, rompendo la cosiddetta quarta parete e dunque il mondo finzionale che è stato rappresentato. È come se ci dicesse: “so che siete lì, che c’è una ripresa e questo è un film”. Talvolta può sfuggire inconsapevolmente e la scena va girata nuovamente, ma altre volte lo sguardo è voluto, è una esplicita scelta del regista. Si sa che le regole sono…
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Southpaw
Southpaw è un pippiolone di film dove non c’è spazio per la storia sportiva, ma solo per un perenne sentimento di tristezza. Vien da chiedersi perché guardarlo. Il tema centrale è il lutto, ma non viene trattato con spessore o un tocco personale. Si cerca a tutti i costi di restare aggrappati al pugilato. Primo problema: la trama è la solita. Un ex pugile deve riprendere a combattere e deve vincere per la sua famiglia. Secondo problema: la figura dello sportivo dovrebbe elevarsi, crearsi il mito di un uomo che lotta nel ring per la vita al di fuori di esso. Ma non succede. Succede invece che la sceneggiatura vacilla…